Giovanni Ciacci: “Io come Pamela Prati, ma dieci volte peggio”

Giovanni Ciacci Pamela Prati
“Io come Pamela Prati”, ne parla Giovanni Ciacci – FOTO: instagram

Il noto volto di Rai 2, Giovanni Ciacci, rivela la vicissitudine alla Pamela Prati che gli è capitata: “Ma sono stato una vittima, pazzesco tutto questo”.

Giovanni Ciacci, il noto costumista della trasmissione ‘Detto Fatto’ su Rai 2 condotta da Bianca Guaccero, rivela di aver subito suo malgrado una situazione alla Pamela Prati. Il 48enne originario di Siena ha parlato a ‘Novella 2000’ di quanto gli è capitato. “Avvenne tutto tre anni fa. Vivevo a Milano e stavo traslocando, ero pieno di impegni e non potevo leggere tutti i commenti che quotidianamente ricevo sui miei canali ufficiali social. Però la mia attenzione fu catturata da un messaggio privato ricevuto su Facebook. A scrivermi era quello che credevo essere un ragazzo molto, molto bello. Somigliava vagamente a Fabrizio Corona. Mi corteggiò, ed io, stupidamente ci sono cascato. Gli ho creduto. Lui mi diceva di chiamarsi Antonio e mi faceva tante promesse. Sono stato ingenuo a credergli”.

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Giovanni Ciacci: “Ci siamo sentiti per qualche mese, poi…”

E Giovanni Ciacci svela anche dell’altro. “Penso che il nome in realtà fosse finto. Mi svelò anche di essere rumeno, che aveva vissuto per diverso tempo in Italia ma che adesso si trovava in Austria. Ci siamo sentiti per due o tre mesi. Mi mandava anche foto molto spinte, chissà se davvero di lui. E mi disse che, pur provando attrazione per le donne, aveva deciso di provare un’esperienza con un uomo ed aveva scelto me. Mi chiedeva foto mie, e per fortuna gli ho sempre detto di no. Opporgli sempre un diniego ha rappresentato la mia salvezza, altrimenti mi avrebbe ricattato”.

“Si trovava in carcere, mi ha mandato le foto”

Ed ancora: “Io avrei voluto incontrarlo, dopo i due-tre mesi in cui ci scrivevamo tutti i giorni. Ero disponibile ad incontrarci a metà strada in Trentino, oppure a raggiungerlo in Austria. Ma lui mi ha detto che si trovava in carcere e che mi scriveva attraverso un telefonino introdotto di nascosto nella sua cella. Non gli ho creduto e ho pensato che fosse una scusa per non vederci di persona. Lui però mi ha mandato le sue foto all’interno della prigione. Questa cosa mi ha sconvolto. Mi ha anche chiesto di andarlo a trovare in galera per avere dei rapporti lì dentro. Sarebbe bastato corrompere le guardie e mi ha anche detto che si tratta di una cosa che avviene spesso”.

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