Saor, chi era e come è morto il trapper di Centocelle

Trovato privo di vita a Tor Pignattara Christian Ballena, conosciuto da tutti come Saor: chi era e come è morto il trapper di Centocelle.

Saor
(screenshot video)

Si chiamava Christian Ballena il peruviano di 29 anni che è stato trovato morto in via Anassimandro, in zona Tor Pignattara, da una donna che si è affacciata la notte scorsa dalla finestra. “Ho visto una sagoma ferma a terra, poi ho capito che si trattava di una persona”, il suo racconto. Sul posto è giunta una pattuglia di carabinieri della compagnia Casilina, che ha identificato il giovane deceduto. La notizia ha fatto presto il giro del quartiere, dove tutti lo conoscevano con il suo nome d’arte, Saor.

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Chi era il trapper Saor, dubbi sulle cause della morte

Il giovane trovato privo di vita infatti era un esponente della scena trap locale, ma anche un writer e tatuatore, conosciuto da tanti suoi coetanei. Aveva fatto parte della crew Die Young click, successivamente disciolta, quindi nel 2017 aveva pubblicato l’album Don’t try this at Rome. Sempre nello stesso anno, aveva fondato la Glitch Society, che intendeva trovare uno spazio nel panorama della trap alternativa italiana. Insomma, Saor era un giovane molto attivo e la notizia della sua morte ha scosso tutti.

Incerte ancora le cause del decesso: sul corpo non sono presenti segni evidenti di violenza, inoltre sono stati ritrovati addosso al 29enne trapper sia i soldi che il portafogli. Sembra dunque da escludere l’ipotesi della rapina finita male, mentre resta in campo quella di un malore improvviso. In ogni caso, sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso del cantante di origine peruviana.

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Il cordoglio sui social per la morte del trapper Saor

Incessante, sui social, è l’omaggio a Saor in queste ore: “Ciao Saor, hai lasciato un vuoto enorme. Non te meritavi na fine del genere, nessuno se la merita”, si legge su Youtube tra i commenti a un video. Su Instagram le parole di un altro amico: “Oggi Roma ha perso uno dei suoi bomber. Rest in peace”. Poi ancora: “Addio fratello, ti ho voluto tanto bene. Meritavi altro te”.

Un altro messaggio lo ricorda così: “Ho saputo solo ora che non ci sei più e mi sono venuti in mente mille pensieri mentre digerivo la notizia. Quasi quindici anni so passati e qualche giorno fa c’eravamo sentiti per parlare di donne, graffiti e tatuaggi. Spero tu possa stare in pace in qualche dimensione spirituale o non so”.

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