Caso Vannini, il supertestimone: “Poteri forti in ballo, ho paura per la mia famiglia”

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Caso Vannini, il superteste Davide Vannicola: “Poteri forti in ballo”

Scoccano i quattro anni nella vicenda del caso Vannini, con la morte del povero Marco ancora circondata da dubbi e da risposte poco convincenti.

Sono trascorsi quattro anni esatti dal verificarsi del caso Vannini, con l’omicidio del povero Marco. Il giovane, che lavorava come bagnino, morì dopo ore di agonia tra atroci sofferenze dopo essere stato mortalmente ferito in casa della famiglia Ciontoli a Ladispoli. Questa sera la trasmissione di Rete 4 ‘Quarto Grado’ tornerà a parlare della controversa vicenda che è culminata con le condanne in appello a tutti i componenti del nucleo famigliare dei Ciontoli, giunte qualche mese fa ma che hanno fatto discutere per il fatto di essere ritenute troppo lievi, a fronte della morte di un giovane che aveva davanti a se tutta una esistenza da vivere e che è stato ucciso in maniera assurda. I punti poco chiari ci sono ancora nel caso Vannini, ucciso da un colpo di pistola presumibilmente nel bagno di casa Ciontoli mentre si trovava con la fidanzata Martina. Di recente ha parlato Davide Vannicola, considerato un super testimone e che ha riferito di uno stretto legame tra Antonio Ciontoli e Roberto Izzo, ex comandante dei carabinieri di Ladispoli.

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Caso Vannini, il superteste Vannicola: “Temo per me e la la mia famiglia”

Quest’ultimo avrebbe cercato di tutelare Federico Ciontoli, figlio di Antonio, consigliando al capofamiglia di addossarsi tutta la responsabilità per non inguaiare proprio Federico. Difatti, a detta di Vannicola, sarebbe stato il più giovane dei Ciontoli a sparare a Marco. Izzo poi contava su Antonio – agente dei servizi segreti – per poter diventare anche lui uno 007, avrebbe aggiunto Vannicola. Federico, la sorella Martina e la madre Marina si sono visti affibbiare una condanna a 3 anni di reclusione. Pena di 5 anni invece al padre Antonio, accusato di omicidio colposo. Dalle testimonianze raccolte poi tra i vicini di casa sarebbe emerso lo svolgimento di alcuni lavori di ristrutturazione, forse per modificare la scena del delitto. Una circostanza questa però tutta da confermare. Vannicola ha rilasciato una intervista a ‘Le Iene’ ed al settimanale ‘Giallo’ in merito al caso Vannini. E qui ha espresso forte preoccupazione per l’incolumità sua e della sua famiglia ad opera di cosiddetti ‘poteri forti’. Io ho detto tutto quello che so, anche se sono consapevole che ci saranno soggetti che tenteranno di screditarmi”. Ci si chiede come mai il superteste abbia deciso di parlare a soli 4 anni dalla morte di Marco.

Roberto Izzo smentisce tutto, le intercettazioni tra lui e Ciontoli

Fatto sta che la Procura di Civitavecchia continua ad indagare prendendo in considerazione tutti gli elementi raccolti fin qui. Anche in virtù del fatto che la dichiarazione da reo confesso di Antonio Ciontoli è parsa sempre molto lacunosa, a partire dal ferimento causato da una caduta di Marco su un pettine. Izzo da par suo ha smentito tutto quanto riportato da Vannicola, ma ci sono degli audio messi agli atti. “Robè (Izzo, n.d.r.) è successo un guaio, mi devi risolvere un problema. La mia famiglia ha fatto un casino, c’è il ragazzo di mia figlia ferito nella vasca con un colpo di pistola. Mi devi aiutà, mi devi risolvere questo problema”, le parole di Antonio Ciontoli carpite al telefono. Da cui il consiglio di Izzo a quest’ultimo a farsi carico della colpa per tutto quanto successo. Anche questa circostanza è tutta da verificare e si cerca di far luce sulle cose che ancora appaiono senza una spiegazione convincente in questo ormai celebre caso di cronaca nera italiana.

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