Una lettrice ha scritto una lettera al Corriere della sera raccontando (e denunciando) un fatto accaduto ad una donna che si era recata a fare una foto per fare una foto sulla patente con “il velo”.
Secondo una normativa della Motorizzazione civile “Non sono ammessi copricapi di nessun genere a parte quelli portati per motivi religiosi: anche in tal caso, però, è necessario mostrare chiaramente il viso.” Ciò permette alle donne di fede islamica di portare il velo durante il facimento della fototessera della patente, ma non include la donna della storia che stiamo per raccontarvi.
Foto sulla patente con il velo, la storia sul Corriere della sera
Una lettrice manda una lettera al Corriere della sera, è stata scritta una storia di grigia cronaca: una donna a seguito della chemioterapia indossa un turbante che le verra chiesto di togliere per poter fare la foto per la patente. La donna che scrive la lettera era una quieta osservatrice di quella scena, che aveva deciso di riferire ad una delle testate più influenti del paese. La donna racconta le contraddizioni di un sistema che dovrebbe aggiornarsi e diventare più inclusivo.
Foto sulla patente con il velo, la lettera
“È facile capire la sua malattia: lo dice il semplice turbante, un foulard dal colore neutro annodato sulla nuca calva, la fronte e il viso scoperti. La donna si appoggia a una sedia; tolgo la mia borsetta per farla sedere, ma non lo fa e sussurra che la chemioterapia è sempre più pesante. Arriva il fotografo, le dice con garbo di non aspettare, dopo averle chiesto se era di religione musulmana. La donna domanda perché e dice comunque che non lo è e che deve soltanto rinnovare la patente […] Lei se ne va via e io protesto, ferita per l’umiliazione subita dalla donna e per la palese ingiustizia. Chiedo spiegazioni al fotografo che mi mostra il manuale della Motorizzazione civile: le cose stanno esattamente come lui ha detto! Quelle regole, forse antiche, andrebbero abolite.”
