Wanna Marchi, nuova vita in Albania con Stefania Nobile: “Qui si che si vive bene” – FOTO

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Per Wanna Marchi e Stefania Nobile la vita ricomincia in Albania – FOTO: instagram

Hanno lasciato l’Italia, Wanna Marchi e sua figlia Stefania Nobile, e sono contente di averlo fatto: “Ora abbiamo lavoro e successo”.

Nuova vita per Wanna Marchi e sua figlia Stefania Nobile. Le due controverse imbonitrici televisive, al centro di un grosso scandalo culminato con una truffa ai danni di tanti ignari telespettatori che si rivolgevano a loro, hanno trovato il modo di ricominciare daccapo in Albania. Della vicenda che riguardava Wanna Marchi e la Nobile si interessò ai tempi ‘Striscia la Notizia’, che diede lo spunto alle forze dell’ordine di intentare un processo conclusosi poi con la condanna delle due. Scontate le rispettive pene, le due donne hanno provato con scarso successo a trovare il modo di sbarcare il lunario. Ma la soluzione migliore era molto probabilmente quella di andare via dall’Italia. E così è stato, con entrambe che ora hanno trovato una nuova casa in Albania.

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Wanna Marchi, lei e Stefania Nobile trovano il successo in Albania

Qui sono diventate imprenditrici, e con ottimi frutti, sembra. Hanno infatti aperto tre locali e le cose sembrano andare davvero bene, a giudicare dalle foto che le due postano con una certa frequenza sul loro profilo Instagram. Stefania Nobile, in una intervista concessa al settimanale ‘Chi’, spiega come fosse diventato impossibile per lei e sua madre trovare lavoro dalle nostre parti. “La scorsa estate venni in Albania per fare visita a degli amici. Non c’ero mai stata e mi sono subito innamorata del posto. In tanti non sanno che da anni la mia famiglia si occupa di ristorazione, ma per me e mamma ottenere un impiego è diventato impossibile in Italia. Siamo marchiate, così ho detto a mia madre di raggiungermi e che avremmo ricominciato da qui”.

“Nessuno ci voleva, questa era l’unica scelta possibile per noi”

Parla anche Wanna Marchi: “Noi le abbiamo tentate tutte pur di non espatriare, ma nessuno ha voluto darci una possibilità. Una volta siamo rimaste senza benzina sulla via Emilia, un’altra non avevamo i soldi per fare la spesa. Bisognava fare qualcosa, da qualche altra parte. Ed eccoci qui, in Albania”. Le due hanno quindi aperto tre locali. “È stati rischioso – concludono entrambe – ma lo stato albanese ti aiuta se capisce che lavori per loro e non vuoi solo fare soldi e poi sparire. E noi poi siamo brave imprenditrici. Non è facile sentirsi sporchi nonostante un debito con la giustizia ampiamente pagato. Probabilmente questa era l’unica cosa da fare per noi”.

 

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