Saviano attacca la polizia, la risposta è immediata e durissima: “Che pena”

la risposta è durissima: "Che pena"
(Instagram)

Roberto Saviano torna ad attaccare Salvini su  Twitter dopo quanto accaduto a Casal Bruciato e tira una frecciata anche alla Polizia che risponde in maniera dura allo scrittore.

Le minacce di morte e di stupro piovute addosso alla povera famiglia rom che ha occupato la casa popolare a Casal Bruciato (Roma) hanno causato sgomento ed indignazione in tutta Italia. A tal proposito si è espresso anche Matteo Salvini, il quale ha prima di tutto chiarito che: “Gli episodi di violenza, fisica o verbale, non sono mai giustificabili da qualsiasi parte arrivino”, quindi ha aggiunto che: “I problemi di Roma non si risolvono in questo modo” ed infine ha concluso annunciando che sta preparando un dossier sui rom per la Capitale e per tutta Italia.

Le parole del Ministro dell’Interno non sono piaciute a Roberto Saviano, il quale ha sfruttato l’occasione per attaccarlo nuovamente: “Le parole del #ministrodellamalavita sui fatti di Casal Bruciato sono troppo ambigue. Si ha l’impressione che cerchi di non indispettire i cani feroci di Casapound, che oramai sentono di non avere limiti: squadristi che minacciano donne e bambini che sono nel loro pieno diritto, ma ‘colpevoli di etnia diversa”, scrive inizialmente Saviano che poi giudica “Inaccettabile” l’aggressione subita dal sindaco Raggi da parte dei membri di Casapound.

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L’attacco di Saviano alla polizia e la dura risposta: “Che pena”

A conclusione del lungo post, lo scrittore ipotizza che queste tensioni emergenti a Roma possano portare a delle conseguenze gravi ed aggiunge una considerazione sui recenti casi di sequestro di striscioni contro Salvini: “Ma una riflessione merita anche la condizione nella quale il ministro ha ridotto la polizia di stato. Un servizio d’ordine a disposizione della campagna elettorale di un partito. Uomini costretti a sequestrare striscioni a persone anziane, a sequestrare telefonini che turbano la grave forma di selfite del ministro. Che pena”.

Alla provocazione ha reagito poco dopo il gestore del profilo ufficiale della Polizia di Stato che sotto al post di Saviano ha scritto: “La polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte. Chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge. Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali”.

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