Il processo sul caso Valentina Milluzzo, morta nel 2016 dopo un doppio aborto a causa di un’infezione contratta in gravidanza, avrà presto inizio. I genitori e la sorella della ragazza hanno rinnovato le accuse contro i medici.
Valentina Milluzzo, giovane di Palagonia (Catania), è morta il 16 ottobre del 2016 mentre si trovava all’ospedale Cannizzaro per complicanze nella gravidanza. La ragazza era incinta di due gemelli e qualche giorno prima aveva accusato problemi di salute. Ricoverata d’urgenza in ospedale ha subito l’aborto di entrambi i bambini ed è morta successivamente a causa di un’infezione. Sin dal primo momento i familiari della ragazza hanno accusato i medici di non averla informata dei rischi legati al prosieguo della gravidanza e di non aver effettuato le analisi d’obbligo per riscontrare una possibile infezione.
Nelle successive indagini una perizio ha ravvisato la presenza di omissioni e negligenze da parte di 7 medici, i quali sono stati rinviati a giudizio e dovranno presentarsi in tribunale il prossimo 2 luglio. Questi hanno 30 giorni di tempo per presentare al giudice una memoria difensiva in cui aggiungere qualche osservazione sul caso, ciò nonostante le accuse a loro carico sarebbe sempre le stesse.
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Il dramma di Valentina Milluzzo: “Sono due anni che mi chiedo perché è morta”
Intervistata da ‘Storie Italiane’, la madre della giovane catanese ha dichiarato di volere giustizia per quanto successo alla figlia: “Purtroppo una nuova conferma che Valentina è stata fatta morire dentro un ospedale: io gli ho consegnato una figlia sana e l’ho riavuta dentro una bara. E’ da due anni e mezzo che mi chiede perché è morta la mia Valentina”. Anche il padre di Valentina accusa i medici di non aver svolto correttamente il proprio dovere e dice: “Sette medici rinviati a giudizio per non aver fatto il loro dovere e per non aver detto a Valentina che doveva abortire, avevano l’obbligo di farlo e di dirlo a mia figlia. Se avessero osservato le linee guida della buona medicina, Valentina sarebbe ancora viva”. Dello stesso avviso la sorella che ha dichiarato: “Loro sapevano dall’inizio che questa gravidanza non avrebbe avuto buon fine, perché hanno costretto mia sorella a letto senza dirle il rischio che correva e senza farle delle analisi per vedere se c’era o non c’era un’infezione?”.