Esperimento sensazionale: scienziati riattivano cervello di maiale morto

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Sorprendente esperimento condotto negli Stati Uniti: gli scienziati riattivano il cervello di un maiale morto

Un esperimento senza eguali è avvenuto grazie ad alcuni ricercatori dell’Università di Yale, che sono riusciti a riaccendere il cervello di un maiale morto.

Un esperimento scientifico senza precedenti è stato messo in atto da alcuni ricercatori della Yale University, negli Stati Uniti. E qui entriamo nell’ambito della fantascienza, con un qualcosa anticipato a suo tempo nell’800 da Mary Shelley nel suo celebre romanzo ‘Frankenstein’. Infatti gli scienziati sono riusciti a ‘riaccendere’ la circolazione sanguigna e l’attività cellulare nel cervello di un maiale morto ben 4 ore prima. La cosa va contro l’ineluttabilità della cessazione di qualsiasi attività da parte della mente in seguito alla morte. Dell’esperimento si è parlato in una apposita pubblicazione apparsa sulla rivista specializzata di settore ‘Nature’. Il cervello del maiale morto è stato trattato utilizzando una soluzione chimica creata appositamente per questo scopo. Ad una stretta ed approfondita osservazione, diverse funzioni cellulari basilari ed elementari hanno ricominciato con grossa sorpresa dei ricercatori a rimettersi in moto.

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Esperimento senza precedenti: il cervello di un maiale funziona anche dopo la morte

Si pensava che tutto questo non potesse essere possibile dopo l’interruzione del processo che porta ossigeno nel sangue. Una cosa che risulta per l’appunto fondamentale per la sopravvivenza di qualsiasi essere pluricellulare. Nenad Sestan, coordinatore della squadra di ricercatori che ha portato avanti l’importante esperimento, afferma: “Il cervello perfettamente intatto di un grande mammifero come appunto è stato il maiale in questione conserva la capacità, precedentemente sempre sottovalutata, di riattivare la circolazione ed anche alcune attività molecolari e cellulari. Il tutto pure a diverse ore di distanza dall’arresto circolatorio”. All’evento ha preso parte anche la dottoressa Francesca Talpo, dell’università di Pavia. Proprio lei stessa però spegne qualsiasi entusiasmo in merito all’applicazione di una procedura simili agli esseri umani. Infatti a suo dire siamo ancora lontani in tal senso. Occorreranno ancora anni di studio, e non è detto che si giunga a risultati concreti per quanto riguarda la nostra specie.

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