Bambino morto, la sorellina di Giuseppe svela particolari agghiaccianti – VIDEO

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Giuseppe, il bambino morto ammazzato di botte dal patrigno. La sorellina accusa anche la mamma

Parla la sorellina di Giuseppe, il bambino morto per le percosse a Cardito ad inizio 2019. La piccina svela particolari agghiaccianti sulla madre.

Alla fine di gennaio il piccolo Giuseppe fu ammazzato di botte a Cardito, in provincia di Napoli. Tutti ricordano con raccapriccio questo orribile caso di violenza, con il bambino morto a soli 7 anni e con la sorellina di 8 massacrata a sua volte di botte. Ne parlerà ‘Chi l’ha Visto’ questa sera, per capire se il piccolo avrebbe potuto essere salvato. Responsabile del tutto era stato Tony Essobti, cittadino italiano di origini tunisine che era diventato da qualche anno il compagno della madre dei bimbi, Valentina Casa. La donna aveva avuto i piccoli ed un altro figlioletto da un altro uomo. Anche lei è stata arrestata, con le accuse di favoreggiamento ed omessa denuncia, oltre che di aver tentati di inquinare le prove ripulendo le macchie di sangue ed i capelli dei suoi stessi figli pestati a sangue. Lei aveva sempre saputo delle violenze perpetrate da Essobti sui suoi figli, ed avrebbe dichiarato di non aver mai avvisato le forze dell’ordine per paura di subire delle ritorsioni. Ora nel frattempo è arrivata la testimonianza della bambina, che agli investigatori avrebbe rivelato un particolare davvero inquietante, stando a quanto riportato dal quotidiano ‘Il Mattino’.

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Bambino morto, la sorellina parla in preda alla paura

La bimba ha svelato che la madre avrebbe sempre detto a lei ed al fratellino di non parlare mai con nessuno di quello che succedeva loro. La piccola è apparsa molto traumatizzata. “Mamma non faceva niente, non faceva niente… lui picchiava e lei niente. Diceva che se avessimo parlato voi avreste arrestato me e Giuseppe”. Inoltre sembra che i piccoli vivessero praticamente come in una sorta di prigionia. Uscivano solo per andare a scuola, ma per il resto pare che non fosse permesso loro di essere felici come gli altri bambini della loro età. Le maestre a scuola comunque sapevano tutto, così come i vicini di casa. Infatti si sentivano spesso delle urla ed i segni di lividi e percosse erano ben visibili sui loro corpicini, nonostante venissero spediti a scuola con cappelli ed altri indumenti per cercare di coprirli. Purtroppo mai una volta è giunta una denuncia da qualcuno esterno a questa famiglia che famiglia non era.

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