Riace, Mimmo Lucano rinviato a giudizio: “Favorì i migranti clandestini”

Mimmo Lucano a processo per l’inchiesta sulla gestione dei migranti. L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e irregolarità nella gestione del modello Riace.

Mimmo Lucano è stato rinviato a giudizio. Il giudice sospeso di Riace (Rc) dovrà affrontare il processo (con rito ordinario) assieme ad altri 26 indagati, fra cui la sua compagna Lemlem Tesfahun. Lo ha deciso il gup di Locri, Amelia Monteleone, dopo più di 7 ore di camera di Consiglio e quattro giorni di udienza preliminare. La posizione di altri tre indagati dovrà essere valutata dopo che era stata stralciata dal troncone principale del procedimento per problemi tecnici. l gup non si è espresso invece sull’istanza presentata nei giorni scorsi dagli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua, che avevano chiesto la revoca del divieto di dimora nel Comune di Riace.

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Le accuse della Procura nei confronti del sindaco

La prima udienza è fissata per il prossimo 11 giugno. Spetta ora ai giudici, dunque, stabilire se il modello Riace nascondesse davvero un vero e proprio sistema criminale, come sostiene la Procura, che lo accusa di essere il promotore di un’associazione a delinquere che avrebbe avuto lo scopo di commettere “un numero indeterminato di delitti (contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio), così orientando l’esercizio della funzione pubblica del ministero dell’Interno e della prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito del Comune di Riace”. Tra i vari reati, gli imputati sono accusati a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, abuso d’ufficio, associazione a delinquere e truffa.

Nel frattempo il Viminale, già in sede di udienza preliminare, ha fatto sapere che si costituirà parte civile contro Lucano e gli uomini e le donne che hanno reso concreto il modello Riace. Ricordiamo che Mimmo è stato arrestato il 2 ottobre 2018, e dopo la decisione del giudice del Riesame di Reggio Calabria, gli è stato imposto il divieto di dimora a Riace. Ora il tribunale dovrà nuovamente esaminare la sua posizione, dopo che la Corte di Cassazione ha riconosciuto l’insufficienza di indizi a suo carico in relazione all’accusa di aver “turbato” le procedure di gara per l’assegnazione, nel Comune di Riace, del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti, chiedendo ai giudici di Reggio Calabria di rivedere la loro decisione.

EDS

 

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