PUBG, ragazzo di 16 anni si suicida dopo divieto di giocarci

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Gli vietano di giocare a PUBG, 16enne si uccide

Andava matto per il videogioco PUBG, ma dopo che la famiglia lo aveva rimproverato di passarci troppo tempo invece di studiare, un 16enne si uccide.

Il celebre videogioco PUBG, acronimo di ‘PlayerUnknown’s Battlegrounds‘, ha ‘mietuto’ un’altra vittima. Si tratta di un 16enne al quale la famiglia aveva proibito di giocarci a causa dello scarso rendimento scolastico. Il fatto è successo a Hyderabad, nella parte meridionale dell’India. Nel sub-continente, come in altre parti del mondo, PUBG è molto in voga soprattutto tra i giovanissimi. Ed anche la vittima era solita divertirsi con questo videogioco particolare: lo stesso fa parte del nuovo genere dei battle royale e si gioca esclusivamente online. Si viene contrapposti ad altri 98 giocatori in un’area circoscritta che con il passare del tempo si restringe. Vince l’unico capace di sopravvivere. Questo videogame è stato criticato per aver creato delle vere e proprie forme di dipendenza, sia per il fatto di giocarci in maniera ossessiva che di spendere soldi reali nelle cosiddette microtransazioni. Pagando è possibile acquistare infatti potenziamenti oppure semplici abbellimenti estetici. Ma non sono mancati casi nei quali la situazione è sfuggita di mano, finendo con il costare cifre da capogiro senza che i soggetti coinvolti se ne rendessero conto. Così come non mancano altre cause di morti.

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PUBG, in India è già bandito in varie zone

Già altre volte il fatto di vedersi proibire la possibilità di giocare, ha portato alcuni giovani e giovanissimi a togliersi la vita. Il ragazzino in questione era solo uno dei circa 30 milioni di giocatori attivi quotidianamente nella sola Asia. Da quanto si apprende, la madre avrebbe sgridato il 16enne ordinandogli di preparare un importante esame di inglese, oltre a sequestrargli gioco e console. Da qui l’estremo gesto. Adesso la sua famiglia chiede che PUBG venga ufficialmente bandito in India. E già in alcune regioni il gioco risulta inaccessibile. Si parla addirittura di arresti qualora si venisse sorpresi all’interno del software. Oltre a questo specifico videogioco, ce ne sono diversi altri del genere battleroyale e che prevedono anche microtransazioni, pur essendo di base dei free-to-play (che quindi non richiedono alcuna spesa per giocare a meno che non si voglia aumentare facilmente di livello). Tra questi spiccano i vari Fortnite ed il recente Apex Legends. Per fortuna però di videogiochi belli e capaci di contribuire a formare la psiche ed il sostrato culturale dei più giovani, oltre che a rappresentare una sana forma di intrattenimento se non si finisce con l’esagerare, ce ne sono molti altri.

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