Said Machaouat, chi è: storia dell’assassino di Stefano Leo

Said Machaouat Stefano Leo
Chi è Said Machaouat, l’assassino di Stefano Leo (screenshot)

Aveva perso tutto in un colpo Said Machaouat, per questo ha deciso di vendicarsi sul primo che capita. La spirale di odio in cui era finito parte nel 2015.

Il caso di Said Machaouat, assassino del povero e sfortunatissimo Stefano Leo, sta facendo discutere per come si è svolto il tutto. Il killer ha 27 anni, è un cittadino italiano originario del Marocco. Said è nato infatti a Casablanca nel 1992 e gli inquirenti hanno ben chiare le motivazioni che lo hanno portato ad uccidere in pochi secondi la sua vittima, sorprendendola sul lungopo a Torino sgozzandolo alle spalle. Si apprende che la sua vita è andata incontro a forti delusioni una dietro l’altra, con la fine della sua relazione con una italiana. Da qui ne è conseguita anche l’impossibilità di vedere il figlio e di aver perso la casa e tutto ciò che aveva. Said Machaouat ha confessato tutto questo davanti ai magistrati. Ha ammesso di aver ammazzato Stefano Leo “perché aveva un’aria felice, ed io volevo impedirgli di essere felice. Volevo toglierlo ai suoi cari, ai suoi figli, alla sua felicità”. Si era costituito lui stesso recandosi in Questura a corso Vinzaglio assieme al suo avvocato. E poi ha fatto seguito quel gesto di spregio fatto coprendosi il volto, con le corna rivolte ai cronisti ed ai presenti che hanno assistito al momento in cui è stato portato via dai carabinieri.

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Said Machaouat, l’assassino di Stefano Leo non aveva più niente da perdere

L’efferato Said aveva dei precedenti per maltrattamenti, anche se non di una gravità tale da poter far pensare che avrebbe potuto compiere una follia simile. Alla fine si è dato allo spaccio di droga, ricevendo diverse segnalazioni alle forze dell’ordine. La sua nuova ‘casa’ era il dormitorio di piazza d’Armi, molto vicino a dove ha ucciso Stefano Leo. Si apprende altro di lui. Ad esempio che era giunto in Italia quando aveva 6 anni e che aveva lavorato come cameriere in un pizzeria. La svolta in negativo si ha nel 2015, quando il suo matrimonio finisce e tutto si sgretola. L’ex moglie ha un altro ed a lui non viene più concesso di vedere il bambino. Di continuo riceve la visita dei servizi sociali. E tutto quanto successo sembra proprio quello che è. Ovvero un modo tragico ed estremo di reagire alla solitudine ed alla povertà ed una maniera per far si che il mondo si accorgesse in qualche modo di Said. Che ora dovrà pagare con il massimo della pena per la follia che ha commesso.

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