Pamela Mastropietro, Oseghale: “È stato un mio amico”, e finge di non sapere l’italiano

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Omicidio di Pamela Mastropietro, Innocent Oseghale in un video del 2018 si era detto innocente

Innocent Oseghale resta il principale sospettato per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Lui sostiene che sia stato un amico, ma un dettaglio fa pensare.

È trascorso più di un anno dall’omicidio di Pamela Mastropietro. E per il barbaro assassinio della 18enne romana continua a vestire i panni del principale sospettato il nigeriano Innocent Oseghale. L’immigrato, con dei precedenti per droga, continua a professarsi innocente e sostiene che ad ammazzare e fare a pezzi Pamela sia stato un amico. Per Oseghale c’è da rispondere anche del reato di violenza oltre che di quello per omicidio. A fargli visita nel carcere di Ascoli Piceno è stata la sua fidanzata dalla quale aspetta un bambino ed a cui il 30enne nigeriano ha confessato come sarebbero andate veramente le cose. La donna tra l’altro qualche giorno fa ha tentato il suicidio. Per il resto, Oseghale ammette quanto gli viene contestato in merito a vilipendio ed occultamento di cadavere. Ma nega assolutamente di essere stato lui a pugnalare a morte Pamela Mastropietro.

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Pamela Mastropietro, Oseghale finge di non sapere l’italiano

Il tutto risale al 9 marzo 2018, con il colloquio documentato in delle riprese video divulgate dalla trasmissione di Rete 4, ‘Quarta Repubblica’, a 40 giorni dall’omicidio di Pamela. I due si parlarono per un’ora e mezza in italiano, nonostante Oseghale in tribunale abbia poi finto di non conoscere la nostra lingua e si fosse servito anche di un interprete per comunicare in inglese. “C’è stato me, c’è stato amico mio. Noi siamo fatti insieme e lei ha fatto la siringa, e lei è caduta. È stato amico mio, non sono stato io”, si sente dire da Innocent Oseghale nelle registrazioni video. Il nigeriano è stato processato anche per spaccio di sostanze stupefacenti. E da un controllo della Guardia di Finanza sulla sua PostePay, risultano ben 22359 euro non tracciabili sui 30 mila caricati. Tutti proventi che le autorità ritengono essere stati ricavati dal traffico di sostanze stupefacenti.

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