Un aspetto in particolare sta attirando gli investigatori per quanto riguarda il caso dei bambini precipitati la scorsa settimana a Bologna.
Si continua ad indagare sul caso dei due bambini precipitati a Bologna la scorsa settimana. E gli inquirenti hanno scovato un elemento che potrebbe avere un certo peso nell’indagine. I ragazzini si chiamavano David e Benjamin ed avevano rispettivamente 14 e 11 anni. Sono morti entrambi cadendo al suolo dall’appartamento dell’ottavo piano in cui abitavano con i genitori. Al momento dell’incidente era presente soltanto il padre, che alle forze dell’ordine ha raccontato di averli sgridati in quanto non avevano restituito l’intero resto dopo che li aveva mandati a fare la spesa. Poi lui era entrato in doccia quando è successo il dramma. Ma per gli inquirenti ci sono ancora delle domande senza risposta. Resta infatti il quesito principale, ovvero per quale motivo sia accaduto tutto questo e cosa possa avere portato i ragazzini a buttarsi di sotto ad una tale altezza dal suolo.
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Bambini precipitati, l’indizio che cattura l’attenzione degli inquirenti
I bambini non sono precipitati insieme bensì a distanza di mezzo minuto l’uno dall’altro, con prima il più piccolo a schiantarsi sull’asfalto e poi il più grande. Sembra inoltre che nessuno dei due abbia gridato. Intanto è stata svolta l’autopsia sui loro corpi. Per quanto riguarda l’elemento che ha catalizzato l’attenzione delle autorità che stanno indagando, è stata notata una rete in plastica sul balcone, installata in maniera non corretta senza gancetti a tenerla attaccata alla ringhiera. Le autorità vogliono cercare di capire se questa situazione sia sempre stata tale o se possa essersi presentata soltanto in questa circostanza, suggerendo ai ragazzini la folle idea di buttarsi dal balcone. Nell’ultimo caso si potrebbe pensare anche ad un gioco pericoloso finito male.