Chi sono Ramy e Adam, i due studenti eroi dell’attentato al bus

Chi sono Ramy e Adam, i due studenti eroi dell’attentato al bus che questa sera sono ospiti di Fabio Fazio a Che tempo che fa. 

Ramy

Si chiamano Ramy Shehata e Adam El Hamam e sono i due ragazzini che hanno avuto il sangue freddo di telefonare ai Carabinieri e chiedere aiuto mentre Ousseynou Sy, l’autista del bus sul quale si trovavano insieme ad altri 48 ragazzini, li aveva legati, cosparsi di benzina, minacciati con un coltello ed era pronto a dare alle fiamme tutto.

Khalid Shelata, il padre di Ramy, ha raccontato poche ore dopo la tragedia sfiorata: “Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005 ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte. Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana”.

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La telefonata di Ramy al 112 ha evitato la tragedia

“Ci stanno rapendo in un pullman e ci minacciano con un coltello”, dice il ragazzo, anche egli di origini straniere proprio come l’uomo che li ha presi in ostaggio. Dall’altra parte, il carabiniere gli dice: “Ma chi è che vi sta tenendo in ostaggio”. Il ragazzino prontamente risponde: “Il guidatore ha un coltello, c’è per terra della benzina e non respiriamo più”. Il carabiniere insiste: “Mandami altre indicazioni”. Così il 12enne risponde: “Non è un film questo”, al che il carabiniere lo prova a tranquillizzare. Il ragazzo è molto agitato, ma il suo gesto ha evitato il peggio.

La promessa di Di Maio

l vicepremier Luigi Di Maio ha proposto il riconoscimento di una cittadinanza italiana per “meriti speciali” a Ramy con un post su Facebook, sottolineando che il piccolo eroe, in una situazione drammatica, “ha messo a rischio la propria vita per salvare quella dei suoi compagni”. “E’ la cittadinanza per meriti speciali che si può conferire quando ricorre un eccezionale interesse dello Stato – spiega il leader pentastellato -. Sentirò personalmente il presidente del Consiglio in questo senso. Questo è un Paese che deve saper guardare oltre. E’ un Paese che non può fermarsi all’indignazione. Siamo molto di più della semplice indignazione”.

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