Quarto Grado, il caso Desirée Piovanelli: “I mandanti dell’omicidio sono liberi”

Desirée PiovanelliQuarto Grado, il caso Desirée Piovanelli: “I mandanti dell’omicidio sono liberi”. 

Tra i tanti casi trattati questa sera a Quarto grado anche quello della povera Desirée Piovanelli,  la giovane ragazza di 14 anni di Leno, in provincia di Brescia, uccisa il 28 settembre 2002. Il papà della vittima è convinto che i mandanti di quell’omicidio siano ancora a piede libero. Maurizio Piovanelli, intervistato da Brescia oggi, ha parlato chiaro nonostante per l’omicidio della figlia ci siano quattro persone condannate e in carcere: “Ho perso una figlia in circostanze terribili, logico che non possa accontentarmi di una verità, pretendo la verità anche se arriverà a 16 anni di distanza. Se c’è una nuova pista è doveroso seguirla.  I tre minori e Giovanni Erra sono gli esecutori materiali dell’omicidio, ma secondo l’uomo c’è dietro qualcosa o meglio qualcuno che è riuscito a farla franca: “C’era un mandante che è sempre stato coperto, che faceva parte di un gruppo di adulti”, ha detto Piovanelli convinto che dietro ci sia un giro di festini a luci rosse con minorenni e pedofilia.

“Ci affidiamo alla magistratura nella speranza si ponga finalmente fine a questa vicenda tremenda che ha lasciato in tutti ferite insanabili – commenta il sindaco di Leno Cristina Tedaldi -. L’ipotesi ventilata di un giro di pedofilia dietro l’omicidio è inquietante, ma finché non ci saranno prove a supporto, valgono le conclusioni fissate in tre gradi di processo”.

A corroborare le tesi del papà della vittima anche le parole di Giovanni Erra, l’operaio di Leno condannato a 30 anni per l’omicidio della 14enne: “Qualcuno sa chi è il colpevole, mi rivolgo a te Roberto, trova il coraggio ed aiutami ad uscire da questo incubo. Ero a casa mia quel giorno mentre Desirée veniva uccisa, le intercettazioni ora lo confermano”.

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