Chi vuole essere milionario, Gerry Scotti: “Mi sono innamorato di Varsavia”

Chi vuol essere milionario, Gerry ScottiChi vuol essere milionario ha conquistato gli spettatori una seconda volta, per registrarlo Gerry Scotti è dovuto volare fino a Varsavia, in Polonia, una città che il conduttore ha imparato ad amare.

Quando Mediaset ha deciso di registrare 4 puntate celebrative di ‘Chi vuol essere milionario‘, nessuno si sarebbe atteso che il pubblico lo avrebbe accolto come se fosse andato in onda per la prima volta. Il seguito ottenuto dal programma ha convinto l’emittente ha far registrare altre quattro puntate che stanno andando in onda in queste settimane con discreto successo. Non tutti sanno, però, che la registrazione di queste puntate non viene effettuata in uno degli studi di Milano, bensì in un tecnologico e nuovissimo studio a Varsavia (Polonia). Intervistato da ‘Tv, Sorrisi e Canzoni’, Gerry Scotti ha parlato della sua esperienza polacca, spiegando quali sono somiglianze e similitudini tra le due popolazioni.

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Gerry Scotti e la sua vita a Varsavia

Il primo cliché caduto dopo il primo viaggio a Varsavia è stato quello del freddo polare, Gerry spiega di essere partito con un vestiario da settimana bianca e di essersi accorto immediatamente di aver esagerato: “Ora in valigia metto le stesse cose che porto quando vado a Roma. Oltre al berretto che, come vede, è indispensabile”. Una volta superato il timore di un clima troppo rigido, il conduttore ha cominciato ad apprezzare la città e le sue persone (a detta sua tutte molto disponibili), ma soprattutto la libertà di andare in giro senza essere riconosciuto ad ogni angolo: “Mi mancava poter passeggiare in centro tranquillamente o sedermi su una panchina a leggere un giornale. Ha visto com’è pulita la città? In giro non vedi una cartaccia, un mozzicone e nemmeno una scritta sui muri”.

Non poteva mancare un’opinione sul cibo, Gerry è notoriamente un uomo che ama il buon cibo e non rifiuta mai di mangiare il piatto tipico della cucina locale. Anche in Polonia non si è risparmiato ed ha scoperto che la cucina polacca non è affatto male: “Qui hanno poche cose e tanti prodotti che derivano dal maiale. Sono bravi a cucinare l’anatra, hanno ottime carni e i pesci del mar Baltico. Non sono specialisti nei primi, hanno molte salutari zuppe vegetali calde e i tipici ‘pieroghi’: grandi ravioli ripieni di verdura, formaggio o carne”. Infine il conduttore spiega che la differenza culturale tra italiani e polacchi non è così abissale come si può credere: “In realtà la distanza geografica, sociale e culturale non è così tanta. Tanti polacchi sono venuti in Italia a studiare e a lavorare fin dai tempi di papa Wojtyła. È un Paese che ci vuole bene. Nei negozi ci sono le specialità italiane, per non parlare della moda: nel centro di Varsavia sembra di essere in via Montenapoleone a Milano o in via Condotti a Roma!”.

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