Nel 2009 Federico veniva ucciso dal padre in un incontro protetto, la mamma ancora oggi cerca giustizia per quel bambino messo in pericolo, a suo modo di vedere, dagli assistenti sociali.
In un periodo in cui la violenza dei padri nei confronti dei figli è balzata all’attenzione di tutti per il caso di Cardito, dove il patrigno ha ucciso il piccolo Giuseppe, e di Genzano in cui il patrigno ha quasi ucciso la piccola Alice, il decennale della morte di Federico (bambino di 8 anni ucciso dal padre) ottiene ancora maggiore risonanza. Nel 2009 il bambino è stato accompagnato dai servizi sociali ad un incontro protetto con il padre, l’archeologo di origine egiziana Mohamed Barakat.
Prima di quell’incontro la mamma di Federico, Antonella, aveva cercato in ogni modo di fare capire ai giudici e agli assistenti sociali che il figlio era in pericolo ed era spaventato dall’idea di incontrare il padre. I suoi tentativi sono stati vani ed il bambino è stato accompagnato all’incontro. Purtroppo, però, in quell’incontro Mohamed ha estratto un coltello ed ha pugnalato il figlio diverse volte prima di uccidersi a sua volta. Inutili i tentativi di soccorso, Federico è morto poco dopo a causa delle ferite riportate.
Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI
Federico ucciso dal padre, la mamma cerca giustizia
Sin dal giorno dell’accaduto Antonella cerca giustizia per il figlio, a suo avviso i giudici e gli assistenti sociali non hanno ascoltato i timori del bambino e non hanno offerto protezione alla sua vita. La donna ha anche denunciato le autorità in tribunale, ma il processo si è concluso in Cassazione con l’assoluzione degli assistenti sociali che, stando a quanto emerso dalla sentenza, non avevano il compito di vigilanza all’incontro culminato con il dramma. Adesso Antonella si è rivolta alla Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, dalla quale spera di poter ottenere un po’ di giustizia per il figlio: “Non mi importa di risarcimenti -spiega la donna al ‘Corriere’- Vorrei solo mantenere almeno un po’ della promessa che ho fatto a mio figlio (ottenere giustizia ndr.)”.
