Costi Tav, l’analisi alimenta la confusione: i conti non tornano

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Analisi dei costi Tav, le stime alimentano le discussioni sull’opera © Getty Images

Le stime sull’analisti dei Costi Tav non fanno altro che alimentare i dubbi, Movimento 5 Stelle e Lega poi hanno posizioni diverse in merito.

Il fronte dei ‘No Tav‘ e di coloro che invece sono favorevoli alla realizzazione dell’infrastruttura resta più spaccato che mai. Le discussioni vanno avanti da anni, ma ora si torna a parlare della cosa con toni ancora più accesi dopo l’analisi dei costi, per la quale “procedere richiederebbe molto più denaro rispetto a quanto preventivato”. Si parla addirittura di 7-8 miliardi di euro in più, per la precisione. Il professor Marco Guido Ponti, durante il suo intervento in Commissione Trasporti alla Camera, analizza il rapporto costi-benefici della linea ferroviaria che dovrebbe unire Torino a Lione. “Il progetto ha sofferto un carico ideologico molto pesante durante questi mesi. Sono proprio i conti a dover rappresentare l’aspetto principale sul quale basarsi per scegliere il da farsi. Ed occorre scegliere tra investimenti pubblici. Sul tavolo ci sono 132 miliardi, tocca alla politica fare la sua parte”. Fatto sta che ci sarebbero risvolti negativi sia in caso di realizzazione della Tav che in caso di rinuncia. Con quest’ultimo scenario infatti si incorrerebbe in una serie di penali da pagare. Penali che ammonterebbero in 2 mln di euro alla UE, alla Francia ed alle imprese ed altri 1,8 mld per rimodernare le gallerie già costruite e la linea storica. In questo senso verrebbe a costare meno il completare l’opera, e poi c’è da considerare che 2,5 mld previsti per la realizzazione della linea ferroviaria veloce sono vincolati. Ovvero non potranno essere in alcun modo destinati per altri progetti. Senza contare che graverebbero sui conti anche altri pagamenti vario sempre a titolo di risarcimento.

Costi Tav, quanti punti di domanda

Emergerebbe intanto che, per l’analisi dei costi Tav redatta dal professor Ponti, sarebbero stati utilizzati dati risalenti al 2011, a scapito di altri più recente del 2018. Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture ed esponente del M5S, reputa “estremamente negativi i numeri dell’analisi economica e trasportistica. Sono anzi impietosi”. Interviene anche Matteo Salvini: “Mi dicono di dati un pò strani per i quali il Governo deve propendere per il si. Se è riportato come un danno il fatto che gli italiani consumino meno benzina e viaggino meno con l’auto in favore del treno, a me questa cosa in realtà sembra più un bene”. Sui costi Tav dovrebbero essere presenti anche dei finanziamenti da parte dell’Unione Europea, circa il 40% degli 8,6 mld messi in preventivo. Eppure sembra che non se ne trovi traccia, mentre la spesa generale sostenuta dall’Italia viene indicata in 7,6 mld. Quindi buona parte del preventivo, anziché una soglia di soli 4,6 mld. Tra i punti di vantaggio si parla della possibilità di togliere i tir dalle autostrade per destinarli agli spostamenti su binari. Una cosa che sarebbe vera soltanto fino a massimo il 37% del totale dei veicoli pesanti attualmente in circolazione su gomma, come rivela questa analisti Costi Tav. Numeri diversi rispetto alle stime di UE e Governo italiano.

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I benefici e le negatività sulla realizzazione della Tav

Ma l’opera servirebbe per togliere dal collasso la linea che passa nel tunnel del Frejus, risalente al 1871 e considerato ormai vetusto. Passano soltanto 30 convogli al giorno, che però bastano per rallentare notevolmente il traffico. Per rimodernare il traforo ferroviario servirebbero da soli 1,5 mld di euro. L’analisi in questione parla anche di incidenza degli incidenti e di impatto ambientale. Se da una parte la Tav dovrebbe contribuire a far diminuire il numero dei mezzi pesanti su strada – e quindi di rischio di incidenti e di emissioni di gas serra – dall’altro il fronte del no parla di impatto ambientale per il paesaggio locale disastroso. Senza contare che chi non vuole la Tav sostiene che alla fine ci sarà un bilanciamento nel tempo con l’inquinamento prodotto dall’opera. Inoltre ci sarebbe il rischio di presenza di uranio, amianto e radon nelle aree di realizzazione del basilare tunnel del Moncenisio. E poi ancora l’inquinamento acustico prodotto nella costruzione della linea ferroviaria e dal passaggio dei treni, l’abbattimento di alberi, il danneggiamento di sorgenti montane e la contaminazione di falde acquifere. Sulla questione Tav è infine necessario sottolineare la differenza di vedute tra Movimento 5 Stelle e Lega Nord, con i pentastellati da sempre contrari a differenza dell’alleato di governo.

 

 

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