Manuel Bortuzzo: “Gli indagati spararono per uccidere senza movente”

Il caso del nuotatore Manuel Bortuzzo, ferito gravemente: “Gli indagati spararono per uccidere senza movente”, scrive il gip.

Manuel Bortuzzo (Facebook)

Si riempie di nuovi particolari la tragica vicenda di Manuel Bortuzzo, il nuotatore di 19 anni gravemente ferito in un agguato e che secondo i medici resterà paralizzato. I due giovani che hanno sparato hanno reso una confessione spontanea, mentre le drammatiche immagini dell’agguato sono state successivamente diffuse. Chi ha sparato contro il giovane, stando a quanto scrive il gip Costantino De Robbio nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto il carcere per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, voleva ucciderlo. Non solo: non c’è ancora un movente.

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Le accuse mosse agli autori dell’agguato contro Manuel Bortuzzo

Stando ad alcune ricostruzioni, i due ragazzi si sarebbero vantati di essere dei boss, ma quel che appare davvero grave è il contesto in cui è maturato l’agguato: “Gli indagati non hanno esitato a recuperare una pistola che evidentemente avevano in precedenza acquistato e tenevano pronta per usarla, e programmare un omicidio brutale senza apparente motivo per poi allontanarsi dal luogo, secondo le risultanze sopra descritte, ridendo”, scrive il gip. Nell’ordinanza vengono messe in luce il “rischio di reiterazione dei delitti della stessa specie di quello contestato” e “la mancanza di controllo e l’estrema pericolosità degli indagati”.

Inoltre, il gip contesta la premeditazione e sottolinea l’ideazione di “un piano tendente a garantire almeno parzialmente la loro impunità”. Manca dunque il movente, ma soprattutto il giudice non sembra credere al pentimento: “Appare evidente che i due, una volta appreso dagli organi di stampa del ritrovamento dell’arma con (verosimilmente) le impronte del Marinelli, abbiano deciso di costituirsi provando a circoscrivere la responsabilità al solo sparatore, senza riuscire a fornire però una ricostruzione dei fatti minimamente convincente”.

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