Come è morto Julen e perché ci hanno messo così tanto

A poche ore dal ritrovamento del corpo senza vita del piccolo Julen cerchiamo di capire come il bimbo è caduto nel pozzo, perché i soccorsi ci hanno messo tanto e qual’è stata la causa della morte.

L’incidente si è verificato nel primo pomeriggio di domenica 13 gennaio, Julen si trovava in compagnia dei genitori ad una scampagnata con la cugina del padre ed il suo fidanzato. Secondo quanto raccontato dal padre del bambino nei momenti precedenti alla caduta gli adulti si stavano occupando di trovare della legna per accendere un fuoco sul quale cucinare della paella.

Intorno alle 14:00 si è verificato l’incidente che il padre del piccolo ha raccontato in questo modo in un’intervista concessa al quotidiano ‘Diario Sur’ : “Con il piccolo c’era mia moglie, ad un tratto mi ha detto di dare un occhio a Julen mentre chiamava al lavoro per avvisare che non ci sarebbe andata. Il piccolo era a 4-5 metri di distanza. Io nel frattempo raccoglievo dei tronchi”, tutto insomma sembrava sotto controllo, ma improvvisamente è accaduto l’impensabile: “Mia cugina comincia ad urlare ‘Il bambino, il bambino’ temendo che cadesse”- Julen si era messo a correre- “Io l’ho seguito poco dopo. Ho spostato come potevo la pietra ed ho calato il braccio nel pozzo fino alla spalla, poggiando la testa al suolo nel tentativo di afferrarlo, non sapevo quanto fosse profondo il pozzo”.

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Morte Julen: perché i soccorsi hanno impiegato così tanto per estrarlo

Gli istanti immediatamente successivi, i genitori del bambino hanno avvertito i soccorsi di quanto era successo e nel giro di poche ore una prima squadra di soccorritori è giunta sul posto per valutare la situazione. In un primo momento è stata calata una videocamera nella fenditura per vedere a che altezza si trovasse il piccolo, ma da questa non è stato possibile vederlo. Nella ricognizione sono stati trovati un giocattolo e dei capelli (successivamente analizzati per conferma del dna) del piccolo.

Data la profondità del pozzo (110 metri circa), scavato nella speranza di trovare una falda acquifera, si è pensato in un primo momento che fosse più rapido scavare un tunnel orizzontale a circa 70 metri di profondità. Il terreno, però, si è dimostrato subito molto duro e dopo 5 giorni di scavi il progetto è stato abbandonato per il rischio di crollo della galleria. Lo stesso giorno, venerdì 18 gennaio, sono cominciati gli scavi per il tunnel parallelo.

Ci sono voluti 4 giorni per scavare un tunnel che giungesse fino ai 70 metri di profondità, ma lo stesso giorno è stato scoperto un errore di calcolo nel diametro del tunnel, i tubi cilindrici in metallo per rivestirlo erano più grandi della cavità, e per 24 ore sono ripresi gli scavi al fine di permettere l’istallazione di questo rivestimento protettivo (servivano ad evitare una frana). Giorno 23 gennaio sono cominciati gli scavi a mano del piccolo tunnel orizzontale che doveva condurre all’interno del pozzo, ma anche in questo caso ci sono stati dei ritardi dovuti alla presenza di rocce troppo dure da rompere con i soli picconi. Per raggiungere il piccolo è stato necessario utilizzare delle cariche esplosive che sbriciolassero la roccia.

Il corpo senza vita del bambino è stato estratto poche ore fa causando disperazione nei parenti ed una crisi di panico nel padre, che è stato ricoverato in ospedale. Quale sia stata la causa della morte del bambino è difficile dirlo al momento, il piccolo potrebbe infatti essere morto nella caduta, a causa del freddo a cui è stato esposto in questi giorni o semplicemente a causa della mancanza di nutrimento. A stabilire la causa del decesso ci penseranno le autorità attraverso un’esame autoptico sul piccolo cadavere.

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