Andra e Tatiana Bucci, chi sono le sorelle superstiti dell’Olocausto

Si conta che fossero solo 650 i bambini sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau quando arrivarono le truppe sovietiche, tra questi vi erano Andra e Tatiana Bucci, ospiti questa sera di Fabio Fazio. Scopriamo la loro straordinaria storia.

Andra (Alessandra) Bucci e Tatiana (Liliana al battesimo) Bucci nascono entrambe a Fiume, rispettivamente nel 1939 e nel 1937, da papà Giovanni Bucci e mamma Mira Perlow: una giovane ebrea scappata dalla Bielorussia per salvarsi dai pogrom zaristi e rifugiatasi nella città croata. La scelta di Fiume era derivata da una certa nomea di tolleranza verso la popolazione semita e, con la vicinanza del mare, una possibile via di fuga. Anche la sorella di Mira, Gisella, si trasferisce a Napoli, dopo aver sposato il cattolico Eduardo De Simone ed aver messo al mondo il suo primogenito: Sergio. Dopo poco tempo Gisella torna a Fiume, data la prematura morte del consorte, e le due piccole sorelle Bucci legano col loro piccolo cugino.

Nel 1943 si ampliano anche a Fiume le leggi razziali, tutta la famiglia Perlow viene brutalmente interrogata, dopo una denuncia stilata da un ebreo nel 1944, e successivamente deportata nel campo di concentramento polacco di Auschwitz-Birkenau.

Andra e Tatiana Bucci, la vita nel campo e gli esperimenti di Joseph Mengele

Arrivati ai cancelli di Auschwitz la notte del 4 aprile, tutti i deportati vennero smistati: la nonna di Andra e Tatiana, troppo anziana per il lavoro pesante del campo, venne uccisa la sera stessa. Il regolamento prevedeva l’eliminazione dei soggetti superiori ai sessant’anni e inferiori ai quindici anni. Una forma molto macabra di fortuna accompagnò le sorelle Bucci e il piccolo Sergio, infatti la grande somiglianza delle due bambine portò i soldati a scambiarle per gemelle e a risparmiarle. I gemelli erano destinati al Kinderblock (trad. blocco dei bambini), il laboratorio scientifico di Joseph Mengele, uno scienziato dedito al Terzo Reich solito attuare terribili esperimenti su soggetti da lui ritenuti speciali. Mira e Gisella verranno smistate in un blocco non troppo distante da quello dei loro figli, nel Commando di lavoro femminile. Così ricorda il Kinderblock Andra, la sorella minore:

“Se chiudo gli occhi, rivedo la baracca dei bambini, io, mia sorella e Sergio che giriamo intorno tenendoci per mano […] Andiamo in giro da soli, abbiamo freddo, addosso abbiamo dei cappottoni e le scarpe senza calze che ci sfuggono dai piedi.”

In questo periodo la visione della madre diventa per le sorelle molto sporadica: una mamma ormai magra e malata che le bambine quasi non riescono a riconoscere. I bambini imparano in poco tempo il tedesco, riescono a comprenderlo, parlarlo e ben presto dimenticano l’italiano, costretti dall’esigenze dettate dalla sopravvivenza. Tatiana ricorda un evento in particolare riguardo sua madre:

“Mamma ogni tanto ci veniva a trovare, e ci ripeteva sempre <<Ricordate i vostri nomi, ripeteteli tutte le sere!>> e forse anche questo ci salvò, perché alla fine, quando finimmo nei diversi centri profughi dopo l’entrata delle truppe sovietiche, eravamo tra i pochissimi bambini che ricordavano le nostre generalità. E fu più facile ricongiungerci con le nostre famiglie. Sì, anche mamma si salvò e papà uscì dalla prigionia, ma ci vollero ancora due anni prima che ci potessimo ritrovare.”

Andra e Tatiana Bucci, il campo di Neuengamme e la morte di Sergio

Un giorno si avvicina alle giovani sorelle una blockova, una guardiana delle bambine, di cui non ricordano nulla se non il suo disperato consiglio:

“Ci disse che sarebbero arrivati degli uomini, che ci avrebbero radunato chiedendoci di fare un passo se avessimo avuto voglia di vedere la nostra mamma e aggiunse <<Voi dovete restare ferme al vostro posto!>>”

Le sorelle cercano di avvisare pure il loro cuginetto Sergio, premurandolo di stare immobile davanti alla richiesta delle guardie. Purtroppo il povero Sergio è estremamente legato alla madre e non riesce a rispettare la raccomandazione: davanti alla richiesta dei soldati, lui fa un passo. È atroce il destino di tutti quei bambini, che volendo semplicemente vedere le loro madri, vennero deportati nel campo di concentramento di Neuegamme. Da quel giorno di Sergio non si hanno più notizie.

“Mi sento in colpa perché non siamo riuscite ad impedirlo, racconta tristemente Andra, “è come un macigno che ci pesa dentro.”

Andra e Tatiana Bucci, la liberazione e il ritorno a casa

Il 27 Gennaio 1945 le truppe sovietiche arrivano ad Auschwitz e liberano le anime di 650 bambini, tra questi ci sono Tatiana e Andra. Spostate prima in un orfanotrofio a Praga e successivamente in un istituto in Inghilterra, a Lingfield (le bambine credevano che la madre non fosse mai uscita dal campo). Nel frattempo Mira è tornata in Italia ed è alla disperata ricerca delle sue figlie, insieme alla sorella Gisella. Trovate la bambine, ci vogliono diverse transizioni prima che la famiglia possa tornare al completo. Purtroppo per Gisella, le ricerche non porteranno mai a nulla. Nel 1946 un aereo porta le sorelle Bucci a Roma, dove le attendono finalmente mamma e papà.

Andria e Tatiana Bucci, sensibilizzare alla memoria

Gli anni passano ma le sorelle Bucci non dimenticano: passano la loro vita cercando di raccontare la loro storia, facendo tornare vivo il ricordo orribile di Auschwitz. Tengono conferenze, parlano con storici e con le scuole. Ogni due anni partono con il Treno della Memoria, trasmettendo ai giovani i ricordi di un periodo che non deve più tornare. Ad oggi Andra e Tatiana Bucci sono tra le testimoni più importanti delle atrocità dell’Olocausto. Sono state anche protagoniste di un libro insieme a loro cugino Mariolino De Simone, figlio di zia Gisella nato nel dopoguerra. Il libro si chiama Meglio non sapere, scritto da Titti Marrone.

Il 13 aprile 2018 è stato anche presentato, in anteprima a Torino, il cortometraggio animato La Stella di Andra, film dedicato alle vite delle sorelle Bucci e primo cortometraggio animato sull’Olocausto d’Europa.

Le sorelle Bucci saranno ospiti questa sera a Che tempo che fa, lo spettacolo su Rai1 condotto da Fabio Fazio. Tra gli altri ospiti anche il sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini.

Impostazioni privacy