Julen, i soccorritori lo hanno finalmente raggiunto: il bimbo è morto

Si è conclusa la vicenda del povero Julen, il bambino di soli due anni caduto in un pozzo lo scorso 13 gennaio. I soccorritori sono arrivati a lui.

Julen
(screenshot video)

I soccorritori sono finalmente arrivati a Julen. Il bambino, 2 anni, era finito in un pozzo mentre stava giocando nel pomeriggio di domenica 13 gennaio. Da lì in poi, una volta che un passante si era accorto di quanto fosse accaduto, era iniziata una vera e propria odissea per tentare di recuperarlo e trarlo in salvo. Purtroppo però Julen non ce l’ha fatta. Dopo 13 giorni di lavoro estenuante ed interrotto, il piccolo è stato ritrovato senza vita. Il recupero del suo corpo è in corso. Si era ritrovato tutto solo all’interno di una caverna posta ad oltre 70 metri nel sottosuolo. Per arrivare a lui le squadre di soccorso composte da minatori esperti hanno scavato tre tunnel. E le loro operazioni sono state spesso interrotte dalla presenza di rocce durissime oltre che da ostacoli di altro tipo. L’ultimo quando per arrivare al bimbo mancavano solo pochi centimetri, un ostacolo che ha reso necessario effettuare una quarta microesplosione per potersi aprire la strada. Negli ultimi istanti prima del ritrovamento il papà del piccolo è stato soccorso dai medici per un attacco di panico e di ansia. 

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Julen, per la famiglia è un altro pesantissimo lutto

Come l’incongruenza presentata da alcuni tubi di metallo nel cunicolo verticale concluso ieri ed all’interno del quale è stato montato un ascensore. Per la famiglia del povero Julen è un altro tremendo lutto da superare. La coppia infatti dovette dire addio anche ad un altro figlioletto di soli 3 anni nel 2017. Il piccolo si sentì male e morì in spiaggia per colpa di un fulminante attacco di cuore.

Julen, problema col tunnel e gravi ritardi nei soccorsi

Ci sono stati molti ritardi per quanto riguarda il salvataggio di Julen, il bambino caduto in un pozzo abusivo domenica 13 gennaio. I lavori di rivestimento della galleria verticale nella quale dovrà essere installato un ascensore sono stati fermati per via di alcuni tubi incastrati a 40 metri di profondità. Per cui i tecnici ed i genieri hanno dovuto rimuovere tali strutture per allargare ulteriormente il foro ed impedire che l’ascensore stesso si incastri. Si è tornati di nuovo al lavoro con i martelli pneumatici per allargare il passaggio. I tecnici non hanno fornito una stima sui tempi necessari per compiere questa operazione, che rappresenta l’ennesimo imprevisto nel lungo e difficile procedimento per tentare di salvare Julen. Nei giorni scorsi erano stati scavati tre tunnel, in un terreno fatto però prevalentemente di rocce molto dure. E questo ha portato a quadruplicare i tempi necessari per realizzare dei passaggi sotterranei.

Aperta inchiesta per trovare i responsabili che hanno costruito il pozzo abusivo

La vicenda di Julen, il bambino caduto in un pozzo a Totalan, nei pressi della località spagnola di Malaga, si svolgerà anche in tribunale. Infatti un giudice ha aperto una inchiesta ufficiale per individuare delle responsabilità su chi abbia realizzato il suddetto pozzo, che pare sia stato scavato soltanto nello scorso mese di dicembre. Pare che questa sia una pratica alquanto diffusa in quella parte dell’Andalusia, regione che specialmente d’estate vede diverse aree soggette a siccità. Stanno lavorando in proposito anche gli agenti della Policía Judicial appartenenti alla Guardia Civil di Vélez-Málaga, hanno fatto sapere fonti dell’Agencia EFE vicine al caso. Con loro collabora pure il Servicio de Protección de la Naturaleza (Seprona). Verranno verificati gli eventuali permessi del caso, se ci siano o meno, ma il sospetto è che il pozzo – in realtà poco più di una buca – sia abusivo.

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