Julen, il bambino nel pozzo: polemiche sui soccorsi, spuntano le bufale

Si scava ancora per salvare il piccolo Julen

Durissima poi la replica del papà del piccolo Julen: “Quando tutto questo sarà finito, tirerò fuori tutte le mie forze e andrò fino in fondo anche a questa storia. Chi ha diffuso quelle informazioni false e diffamanti dovrà risponderne in tribunale. Neanche Dio può perdonare persone così meschine, con tutto quello che abbiamo passato e che stiamo passando”. Intanto, si continua a scavare: il dispositivo di salvataggio finale composto da otto membri della Brigata di soccorso minerario delle Asturie sta già lavorando sugli ultimi metri per salvare Julen.

La squadra di minatori è accompagnata da dieci guardie civili – otto specialisti di montagna e due di attività subacquee – e otto vigili del fuoco dal Consorzio Provinciale di Malaga. I minatori hanno iniziato a scavare circa quattro metri in orizzontale ma con un’inclinazione, a 72 di profondità, per raggiungere il pozzo dove si trova il bambino. Questo lavoro ha un tempo stimato di circa 24 ore, ma dipenderà dalle condizioni trovate. La squadra di otto minatori cadrà a due a due nella capsula progettata dal direttore tecnico dei vigili del fuoco provinciale di Malaga, Julián Moreno; e prodotto da due fabbri di Malaga. Chi si è calato nel tunnel in queste ore è gente con anni di esperienza. Questi specialisti, considerati un corpo d’élite, inizieranno a scavare l’accesso orizzontale dalla finestra aperta in uno dei tubi, alla profondità stabilita, con pale e martelli pneumatici ad aria compressa. Andranno con maschere, rilevatori di ossigeno e saranno in contatto con l’operazione per telefono. La Spagna intera, ma non solo, spera nel miracolo, ovvero che questo lavoro non sia vano e Julen abbia resistito in tutti questi giorni.

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