Canzone sulla pedofilia, Pierdavide Carone e Dear Jack infuriati per la censura

Pierdavide Carone e i Dear Jack non si danno per vinti e continuano a combattere contro la censura alla loro canzone sulla pedofilia esclusa da Sanremo 2019

Canzone sulla pedofilia bocciata e scartata

In questi giorni la canzone ‘Caramelle’ di Pierdavide Carone, scritta in collaborazione con i Dear Jack, sta facendo molto discutere. Si tratta di un brano controverso perché rompe il tabù della pedofilia (tema difficilmente trattato nella musica) e lo fa portando all’attenzione di tutti la problematica attraverso gli occhi di due vittime. Il singolo è stato fatto uscire nel periodo di Natale, una scelta controversa dovuta al fatto che il brano era in concorso per entrare a far parte dei brani di Sanremo ed è stato scartato. Non appena uscito il pezzo ha ricevuto l’approvazione di pubblico, critica ed artisti che si sono complimentati con gli autori per il coraggio di trattare una tematica così delicata, un approvazione collettiva che rende ancora più cocente l’eliminazione da Sanremo.

Leggi anche -> Favino, ritorno a Sanremo: “Se Baglioni mi chiama…”

Leggi anche -> Sanremo Giovani, vince Mahmood: ecco gli altri big in gara all’Ariston

Sanremo 2019, polemica per la canzone sulla pedofilia eliminata

Intervistato da ‘Repubblica‘ sull’eliminazione, Carone non fa sconti a nessuno e si dice deluso soprattutto dal direttore artistico del Festival: “Sono molto deluso, in primis da Claudio Baglioni. Con il direttore artistico di Sanremo c’era un rapporto di stima, abbiamo anche duettato insieme. È un cantautore e mi sarei aspettato più empatia visto il tema del brano”. Continuando la sua analisi dell’accaduto, il cantautore ipotizza che l’esclusione sia dovuta non solo al tema (già scottante di suo) ma anche al fatto che a presentarlo non era un artista con decenni di carriera alle spalle: “È più facile dire di sì a un argomento scottante quando c’è il patrocinio di un gigante della musica. Se avessi portato ‘Caramelle’ con una star della musica, l’avrebbero presa. So che era piaciuta, dunque il problema era in chi la presentava: è grave e anche un po’ razzista. Servono gli abiti giusti per fare i monaci?”.

Leggi le nostre notizie anche su Google News

Impostazioni privacy