Fontana di Trevi, le monetine non spettano più alla Caritas e ai poveri

Le monete non saranno destinate ai poveriFontana di Trevi: la Giunta Comunale di Roma ha deciso che le monetine raccolte dal monumento non verranno più destinate alla Caritas e ai poveri.

La Fontana di Trevi, grazie anche al film neo realista ‘La Dolce Vita’, è da tempo uno dei monumenti più ambiti dagli stranieri in visita a Roma. Flotte di turisti vi si recano ogni giorno dell’anno per immortalarsi dinnanzi a quel capolavoro architettonico e poi, come gesto propiziatorio per un ritorno nella “città eterna”, si gettano dietro le spalle una moneta che finisce sul fondale della fontana.

Data la mole di monete che finisce ogni giorno all’interno della fontana è obbligatorio ripulirla per evitare che le monete siano così numerose da ricoprire l’intera superficie della vasca. Nel 2001 Walter Veltroni decise che le monete raccolte sarebbero state destinate alla Caritas per essere riutilizzate a scopi benefici. In questi 17 anni tutte le giunte comunali hanno mantenuto questa decisione, permettendo ai volontari di ottenere una donazione di circa un milione e mezzo di euro all’anno.

Fontana di Trevi: dall’1 aprile le monetine serviranno a pagare il personale Acea

Da quando in carica c’è Virginia Raggi, l’idea di destinare il ricavato della raccolta alla Caritas non è stato visto di buon occhio. Nell’ottobre del 2017 è stata istituita una commissione per decidere se continuare a destinare le monete dei turisti alla Caritas o se utilizzarle ad altri scopi. Il risultato è stato che a partire dal primo aprile 2019, le monete non saranno più utilizzate a scopo benefico ma serviranno a pagare il personale Acea che si occuperà della pulizia, della raccolta delle monete e del conteggio (operazioni che fino ad ora erano svolte gratuitamente dai volontari), il resto servirà per gli stipendi dei dipendenti Acea e per opere di restauro dei beni pubblici.

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