Marco Giallini e la moglie morta: “Mi sono dovuto dare da fare”

marco giallini moglie
(Instagram)

L’attore Marco Giallini si racconta in un’intervista e torna a parlare della moglie morta prematuramente nel 2011: “Mi sono dovuto dare da fare”.

L’attore Marco Giallini è sicuramente uno dei più ‘prolifici’ degli ultimi tempi: candidato per sei volte sia ai David di Donatello che ai Nastri d’argento, questi ultimi vinti tre volte, grazie alla sua interpretazione del personaggio di Rocco Schiavone, è riuscito a entrare nelle case degli italiani con una serie televisiva. Ma è soprattutto al cinema che l’attore deve molto.

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Marco Giallini: la moglie, il cinema e la fiction

In queste ore, esce nelle sale ‘Non ci resta che il crimine’, per la regia di Massimiliano Bruno, con Alessandro Gassmann ed Edoardo Leo nel cast al fianco di Giallini. L’attore ha confidato al ‘Corriere della Sera’ che un episodio particolare ha cambiato la sua vita, ovvero quello della morte della moglie Loredana, avvenuta nell’estate 2011. “Diciamo che in seguito alla morte di Loredana è come se avessi deciso che mi dovevo dare da fare”, ha spiegato Marco Giallini, che quando parla di questa vicenda perde tutta la sua verve ironica.

L’attore dà quindi la propria definizione di cinema: “È un rito. Un concerto. Ridere e piangere avendo accanto chi non conosci ti fa ridere e piangere il doppio”. Molte critiche ha suscitato il suo Rocco Schiavone: il poliziotto nato dalla penna del romanziere noir Antonio Manzini è solito fare uso di droghe leggere, oltre a essere implicato in affari poco puliti. Giallini/Schiavone tiene a precisare: “Se uno prende una pistola non è per colpa di un film. Si fanno polemiche molto ipocrite. A me hanno rotto le palle perché Rocco Schiavone si fa le canne. Cioè, è pieno di gente che prima pippa cocaina e poi alza il dito per giudicare una canna”.

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