“Luigi Di Maio ricoverato al Gemelli”, poi le scuse di Mario Calabresi

Luigi Di Maio ricoverato
Luigi Di Maio (screenshot video)

“Luigi Di Maio ricoverato al Gemelli”, la notizia falsa pubblicata in homepage da ‘Repubblica’ poi arrivano le scuse di Mario Calabresi.

Un’incredibile gaffe nel pomeriggio di oggi da parte del sito del quotidiano ‘La Repubblica’. “Ultim’ora: Luigi Di Maio ricoverato all’ospedale Gemelli a Roma”, la scritta che campeggiava in homepage, nella parte riservata solitamente a quelle che sono le notizie flash più importanti. La scritta è poi sparita nel giro di pochi secondi, ma tanto è bastato per alzare un polverone.

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La nota di Luigi Di Maio e le scuse di Repubblica e del suo direttore

Ha sottolineato il ministro su Facebook: “Poco fa Repubblica ha messo in prima pagina un flash che mi voleva ricoverato al Gemelli. Ovviamente smentisco l’ennesima bufala di questo giornale. Sto benissimo! Anche se ora mi tocca fare gli scongiuri”. Il vicepremier ha anche ricondiviso lo screenshot della notizia. Quindi si chiede: “Bastava guardare i miei social per vedere che sono ad Alleghe in Veneto assieme ai cittadini che sono stati colpiti dall’alluvione. Che serietà è pubblicare notizie non verificate? Questo è il livello dell’informazione italiana. Mi hanno chiamato amici e parenti preoccupati perché hanno visto la notizia che non è stata neppure rettificata. Ovviamente ho detto loro che è meglio non credere ai giornali di questi tempi, ma verificare direttamente sui miei social”.

Poco dopo su Twitter il quotidiano romano ha ammesso l’errore: “Per un disguido tecnico alle 17,29 su Repubblica.it  è apparsa una ultim’ora relativa al ricovero di Luigi Di Maio. Il titolo, che non doveva essere pubblicato in attesa di verificare la notizia, è rimasto in linea 24 secondi. Ce ne scusiamo con Di Maio e con i lettori”. Poi è stato il direttore di ‘Repubblica’ Mario Calabresi a chiedere scusa: “Mi scuso personalmente con il ministro Di Maio e con i lettori per un titolo pubblicato per errore – era una voce in attesa di essere verificata – ma rimasto in linea per 24 secondi (sempre troppi per una cosa non vera)”.

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