Un uomo che nel 2008 dovette assistere al suicidio della figlia vittima di pedofilia, è stato arrestato adesso: avrebbe ordinato l’omicidio dell’orco.
La vicenda di pedofilia culminata con il decesso di una adolescente, la 15enne Michela, morta suicida il 6 gennaio del 2008, presenta un nuovo significativo sviluppo a quasi 11 anni di distanza. La giovane si impiccò ad un albero nelle campagne che circondano il comune di Frasso Telesino, in provincia di Benevento. A spingerla a compiere un atto talmente estremo furono i ripetuti abusi che dal 2006 aveva subito assieme alla sorella da un uomo, considerato un amico di famiglia. Quest’ultimo si chiamava Giuseppe Matarazzo e venne condannato a 11 anni di carcere, scontando però solo parzialmente la pena prima di tornare in libertà. Ma Matarazzo è stato ucciso lo scorso 19 luglio con due colpi di pistola. Ed a distanza di alcuni mesi gli inquirenti non hanno dubbi: i risultati delle indagini hanno portato a ritenere che ad ordire la morte di Matarazzo sia stato il padre della ragazza morta suicida e vittima di questo caso orribile di pedofilia. Per lui è scattato l’arresto.
Pedofilia, tre arresti ma si cerca un’altra persona
L’uomo sarebbe il mandante del delitto, invece il 30enne Generoso Nasta ed il 55enne Giuseppe Massaro avrebbero vestito i panni degli esecutori materiali di questo omicidio. Anche questi ultimi due sono finiti in manette, con l’accusa di concorso in omicidio. Il mandante avrebbe fornito agli esecutori un’auto e l’arma utilizzata in questo fatto di sangue. A missione compiuta poi Nasta e Massaro si sono visti recapitare due bonifici di diverse migliaia di euro. Soldi che per l’accusa rappresentano la ricompensa pattuita. Ma ci sarebbe anche un terzo uomo ricercato, e che sarebbe l’esecutore materiale a tutti gli effetti del delitto. Matarazzo era tornato in libertà uscendo dal carcere con due anni e mezzo di anticipo.
La cosa ha destato lo sdegno della famiglia di Michela, i cui componenti incrociavano spesso l’uomo in paese. Un testimone ha riferito di aver visto l’auto con i sicari, una Fiat Croma, aggirarsi per Frasso Telesino con la targa coperta. Gli uomini a bordo avrebbero approcciato Matarazzo con un pretesto e questi era sembrato intuire tutto, visto che il suo corpo è stato rinvenuto nell’atto di fuggire. Il procuratore che ha presieduto l’inchiesta ha elogiato la comunità locale che non ha mai mostrato alcun atteggiamento di omertà.
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