Pensioni Quota 100: dopo i tagli necessari a non subire la procedura d’infrazione e le negoziazioni con il Movimento 5 Stelle ecco cosa rimane della riforma nella Manovra economica.
Sin dalla stipula del contratto di Governo la Lega e Salvini hanno spinto affinché la riforma della Legge Fornero tramite l’introduzione della Quota 100 fosse inserita nella manovra di bilancio 2019. La riforma permette ai lavoratori di avere una finestra d’uscita anticipata dal mondo del lavoro se soddisfatte due condizioni: il raggiungimento di 38 anni di contributi versati e della soglia d’età minima di 62 anni. La necessità di abbassare il deficit al 2,04% dall’iniziale 2,40%, ha costretto il governo a tagliare i finanziamenti previsti per la riforma che adesso prevede 3,9 miliardi di euro per il 2019 (2,7 miliardi in meno rispetto alla cifra iniziale) a cui si aggiungeranno 1,3 miliardi nel 2020 e 1,7 miliardi a partire dal 2021.
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Pensioni Quota 100: ecco la versione attuale dopo la Manovra economica
Nonostante il taglio ai finanziamenti previsti inizialmente, la riforma non cambia il suo meccanismo: sarà permesso di andare anticipatamente in pensione a tutti coloro che hanno raggiunto i requisiti necessari. Chiaramente si tratta di una scelta del lavoratore che deve decidere se continuare a contribuire fino alla soglia di anzianità ed avere un assegno mensile più corposo o andare in pensione prima e ricevere qualcosa in meno. Vengono mantenute anche le finestre d’uscita che sono per i lavoratori privati fissate a 3 mesi dal raggiungimento di quota 100, per i lavoratori impegnati nel pubblico a 6 mesi e per gli insegnanti ad un anno di distanza l’una dall’altra. Per contenere i costi della riforma è stato imposto il divieto di sommare guadagni alla pensione: tutti coloro che scelgono il pensionamento anticipato non potranno guadagnare più di 5 mila euro l’anno fino al raggiungimento della soglia di anzianità.
Sciarretta Massimiliano
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