Come mai Fabio Testi non lavora più da anni in Italia? “La verità è che sono un personaggio scomodo. Per avere visibilità dovrei essere o gay o tossico”.
L’attore Fabio Testi denuncia l’esistenza di un sistema “che in Italia non ti permette di lavorare se non ne fai parte. E parlo di essere gay o tossico”. Parole che il 77enne di Peschiera del Garda ha rilasciato al programma ‘L’Italia s’è desta’ sulle frequenze di Radio Cusano Campus. Per l’interprete de ‘Il Giardino dei Finzi Contini’ e ‘L’Importate è amare’ la spiegazione sul perché ormai da diverso tempo il suo lavoro si svolga soltanto all’estero è questa. “Può sembrare assurdo, ma anche noi uomini, al pari delle donne, riceviamo proposte indecenti a volte. A me è capitato. Alcuni produttori gay mi hanno chiesto di andare con loro a Rio de Janeiro per avere la parte in un film. Ovviamente non ho mai accettato. Però ho amici che invece hanno detto di si e sono scesi a compromessi. Ma non io”.
Fabio Testi: “Io non scendo a compromessi”
L’artista veneto prosegue. “Per lavorare in Rai devo farmi un tesserino da gay, ed uno da tossico per stare dall’altra parte. Insomma, in Italia il lavoro da artista è circoscritto a determinate cerchie, delle quali io non faccio parte perché sono una voce fuori dal coro. E quindi la soluzione più comoda per tutti è tenere Fabio Testi fuori dai giochi”. L’attore dice la sua anche sulla politica. “Chi scelgo tra Salvini e Di Maio? Il primo. Prima di criticare e di esporre al pubblico ludibrio gli esponenti dell’attuale governo, diamo loro il tempo di lavorare e di attuare quello che hanno promesso. Specialmente perché prima di loro ci sono stati altri disastrosi governi. Io ho tre figli, e tutti loro sono stati costretti ad andare all’estero per lavorare. Si sono formati in Italia, ma nel nostro paese non possono lavorare, non ci sono opportunità per chi si sacrifica”.
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