Corinaldo, rimesso in libertà il 17enne indagato per la strage in discoteca

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Corinaldo, oggi le autopsie. Ed il minorenne sospettato nega ogni accusa

Il minorenne che avrebbe scatenato la ressa costata la vita a sei persone nella discoteca di Corinaldo è stato rimesso in libertà senza misure cautelari.

In merito ai fatti di Corinaldo di venerdì scorso, quando nella discoteca ‘Lanterna Azzurra’ della località anconetana sono morti 5 adolescenti ed una donna, è stato eseguito ieri l’interrogatorio al presunto responsabile. Si tratta di un ragazzo di 17 anni, che alcuni testimoni avrebbero indicato come l’autore scatenante della ressa in seguito alla quale ci sono state le vittime. Sarebbe stato lui a spruzzare senza motivo dello spray urticante. Nelle ore successive i carabinieri lo hanno sorpreso all’interno di un residence di Senigallia, in possesso di hashish e cocaina. Con lui c’erano un 22enne ed un 27enne. Ed ora per il minorenne è arrivata la convalida dell’arresto senza nessuna misura cautelare, come disposto dal Tribunale dei minori di Ancona. Sentenza giunta proprio per i reati di droga riconosciuti come effettivi. Il minorenne resta indagato per i fatti di Corinaldo e ha trascorso gli ultimi giorni in un centro di prima accoglienza per minori.

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Corinaldo, il minorenne afferma: “La droga non era mia”

Per quanto riguarda gli altri due giovani, sono finiti nel carcere di Montacuto di Ancona. Il ragazzo ha affermato davanti al giudice che la droga trovata alla sua presenza non era sua. All’udienza era presente anche la madre. i due maggiorenni a loro volta sostengono all’unisono che il più giovane era uscito tra il 7 e l’8 dicembre scorsi dal residence preso in affitto, senza sapere dove fosse diretto. In tutto ciò sono pervenute ai carabinieri di Ancona e di varie località della provincia del capoluogo dorico circa 200 denunce da parte delle famiglie di chi si trovava alla ‘Lanterna Azzurra. In molti casi sono gli stessi giovani che erano presenti ad arrivare davanti alle autorità, spesso malconce, ed esibiscono biglietti dell’evento o simili per provare che erano lì. Pare che sia sul punto di essere inoltrata anche una sorta di class action, con tanto di pagina Facebook ‘Giustizia per le vittime della Lanterna’ aperta appositamente.

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