Cancro, donna scopre la malattia dal suo smartphone: “Silenzio dall’ospedale”

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Una donna scopre di avere il cancro sorseggiando il caffè a casa: “L’ospedale non mi ha avvisata” (screenshot video)

Una donna ha scoperto di essere affetta da cancro consultando un referto dal suo telefonino, mentre beveva il caffè a casa: “Inaccettabile”.

Una donna malata di cancro ha vissuto una situazione davvero assurda. Infatti ha scoperto tutto da sola, dopo aver consultato un referto medico dal proprio smartphone. Lei si chiama Simona e ha 44 anni. Lo scorso 21 luglio si è accorta della terribile diagnosi, sfuggita incredibilmente al personale medico dell’ospedale al quale si era rivolta. Nessun dottore era stato in grado di fornirle la preparazione necessaria quando si deve apprendere una notizia talmente tremenda. Lei, dopo lo shock iniziale, non si è arresa e ha iniziato al più presto le cure del caso, combattendo con coraggio questo brutto male. Tutto era iniziato due settimane prima, quando il 6 luglio la donna aveva dato il suo prelievo istologico effettuato dopo che si era sospettato di un basalioma in atto ad un braccio. Dopo due settimane è arrivata la diagnosi, che la 44enne ha consultato da sola dal proprio telefonino. Una cosa che comprensibilmente le ha suscitato una rabbia profonda.

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Cancro, la paziente scopre tutto da sola: “Inaccettabile”

Al giornale ‘Il Gazzettino’ lei stessa definisce inaccettabile questa situazione. “Davvero inaccettabile. Senza principi deontologici di base un sistema sanitario non può dirsi civilizzato. Questa cosa sarebbe potuta capitare a qualcuno più sensibile e meno forte caratterialmente. Non è concepibile essere trattati come è successo a me”. Ed oltre al danno, la beffa: era di sabato quando Simona si accorse di tutto. E così ha dovuto aspettare due giorni per poter parlare con qualcuno, venendo costretta ad una attesa logorante prima di poter parlare con qualcuno.

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Un responsabile dell’ospedale in questione però fornisce una spiegazione, addossando la colpa alla burocrazia. “L’esame è stato svolto in libera professione e va al di fuori di quanto fa la Usl in Anatomia Patologica. Nel caso di questa persona, la legge consente di poter scaricare i referti online. Invece quelli che facciamo a livello istituzionale vengono sottoposti a vaglio in base al loro esito e quando la circostanza lo richiede, comunichiamo i risultati nei modi più opportuni”.

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