Brescia, vince il candidato col kalashnikov: ecco chi è

(Websource / archivio)

Nonostante la bocciatura da parte del sindaco della città, il 43enne pakistano Talat Chaudhry Doga è stato eletto con 68 voti.

All’anagrafe risponde al nome di Talat Chaudhry Doga, ma ormai è per tutti il “candidato con il kalashnikov”. Con 68 voti raccolti il 43enne pakistano, siederà nel consiglio di quartiere a Brescia. LO straniero era finito al centro di polemiche per una foto pubblicata sul suo profilo Facebook con un kalashnikov tra le mani, ma tant’è. Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, aveva chiesto un passo indietro al pakistano che però aveva deciso di mantenere la candidatura. E gli elettori l’hanno sostenuto.

A dire il vero, l’uomo si era scusato di quella singolare “posa”, spiegando che la fotografia era stata scattata durante il matrimonio di suo fratello. In Pakistan, a quanto pare, è tradizione farlo. “Vivo in Italia da 26 anni e non ho mai avuto problemi”, aveva chiarito Talat Chaudhry, sposato peraltro con una donna italiana. Le sue parole, però, non sono servite a spegnere le polemiche.

La “provocazione” di Talat Chaudhry Doga

“Ha avuto il suo ‘quarto d’ora di celebrità’ grazie alle foto in cui appariva sorridente imbracciando un kalashnikov, ma resto convinta che se questo signore avesse almeno un po’ di dignità dovrebbe dimettersi ancora prima di insediarsi”, dichiara ora Viviana Beccalossi, consigliere regionale del Gruppo Misto. “A Brescia – prosegue – siamo messi proprio bene. Con buona pace di chi ha scritto un regolamento comunale a dir poco discutibile. Se questo è il modello di integrazione e di società multirazziale della sinistra, voglio scendere subito da questo treno”.

La “provocazione” del Nostro, insomma, è difficile da mandare giù. “Anche il sindaco Del Bono – conclude Beccalossi – dovrebbe riflettere sulla debolezza della sua azione. Aveva promesso di battersi per far ritirare la candidatura ma non è nemmeno riuscito a convincere la commissione elettorale. C’è da augurarsi che almeno chieda a questo suo nuovo interlocutore di presentarsi disarmato agli appuntamenti ufficiali”. C’è da sperare – aggiungiamo noi – che non ce ne sia bisogno…

EDS

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