Binge drinking: ecco di cosa ha sofferto Jane Alexander

(Websource / archivio)

La malattia di Jane Alexander prende il nome di binge drinking: lei stessa ne ha parlato per la prima volta a Verissimo, spiegando di aver smesso di bere dallo scorso giugno. Di cosa si tratta esattamente? 

“Ho sofferto per un paio di anni di ‘binge drinking’”, ha rivelato Jane Alexander ospite nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo. L’attrice ha affrontato per la prima volta pubblicamente, dopo averne vagamente accennato nella Casa del Grande Fratello Vip, il problema che ha segnato un periodo della sua vita. “Uscivo alla sera, iniziavo a bere e non riuscivo a smettere – ha confidato ai microfoni del talk -. Quando hai questo tipo di problema non pensi di essere un’alcolista semplicemente perché non bevi tutti i giorni. Comunque, un compleanno, una gioia, una delusione, ogni scusa era buona per bere”.

Come ne uscita? “In questo mi ha aiutata moltissimo Gianmarco (il suo ex fidanzato, ndr) – ha risposto l’attrice a Silvia Toffanin – . Grazie a lui sono andata a quattro incontri degli Alcolisti Anonimi e mi sono trovata benissimo. Non è sempre facile, ma ho smesso di bere da giugno, speriamo di andare aventi così”.

Cos’è il binge drinking?

L’espressione binge drinking fa riferimento all’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breve. Secondo l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, esso corrisponde all’assunzione in un’unica occasione di consumo in poco tempo di oltre 6 Unità Alcoliche (UA = 12 grammi di alcol puro) di una qualsiasi bevanda alcolica. Lo scopo principale di queste “abbuffate alcoliche” è l’ubriacatura immediata e la perdita di controllo, spesso associato al compimento di un reato. A causa dei suoi effetti a lungo termine, il binge drinking è considerato uno dei più grandi problemi di salute al giorno d’oggi.

Il binge drinking è molto comune tra i maschi, e si manifesta soprattutto durante l’adolescenza e in prossimità della maturità, essendo speso considerata di “moda”. Tale pratica determina diversi effetti su vari sistemi del corpo come quello neurologico, cardiaco, gastrointestinale, ematico, immunitario, endocrino e muscolo-scheletrico, al pari degli altri fattori di rischio per la salute mentale.

EDS

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