Belen Rodriguez choc: “Ho visto la morte in faccia” un ricordo indelebile della sua vita

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Belen Rodriguez: “Ho visto la morte in faccia” un ricordo indelebile per la Showgirl argentina, che qualche mese fa aveva ripercorso la vicenda.

Certe ferite faticano a guarire e i fantasmi del passato sono sempre in agguato. Lo sa bene Belen Rodriguez, che da giovane quando ancora era in Argentina è stata sequestrata da alcuni malviventi con la sua famiglia. Un episodio di cui la showgirl aveva già parlato in un’intervista rilasciata a Sette, l’allegato de Il Corriere della Sera, e sul quale qualche mese fa l’intervista a ‘In Famiglia’ aveva riacceso i riflettori: “Da un anno vado dalla psicoanalista alla ricerca della bambina che non è mai stata e per dimenticare quella pistola che mi puntarono alla testa”, erano state le parole di Belen Rodriguez.

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Belen Rodriguez, il sequestro in Argentina

Il ricordo di quella terribile avventura è ancora vivo nella mente della famiglia Rodriguez:

“Una volta, erano le nove di sera, stavo rientrando in macchina con una persona, quando ci ha fermato un uomo con un passamontagna e una pistola in mano. Sono stata presa per i capelli, tirata fuori dall’auto e buttata per terra. Poi sono arrivati altri tre uomini armati che ci hanno portato dentro casa e hanno rinchiuso tutta la mia famiglia in bagno.”

La violenza dei rapinatori è proseguita anche all’interno delle mura domestiche, messe completamente a ferro e fuoco, aveva spiegato Belen Rodriguez:

“Hanno svaligiato la nostra abitazione senza pietà, si sono portati via la vita di una famiglia, l’hanno distrutta. Il giorno dopo, quando ci siamo liberati e abbiamo dato la notizia, mio nonno paterno è morto d’infarto”.

Il sequestro ha avuto delle inevitabili ripercussioni sulla psiche di Belen, che a distanza di tanto tempo ha deciso di fari aiutare da una psicoanalista:

“Da quel momento per me è stato un inferno, non volevo stare a casa da sola, avevo paura di essere ammazzata, ero una ragazzina adolescente che aveva visto la morte in faccia”.

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