La Cei approva la nuova traduzione del Padre Nostro, ecco cosa cambia

Ecco come cambia il Padre NostroA conclusione di un’assemblea straordinaria in merito ai cambiamenti da apportare al Messale Romando, la Cei ha approvato una modifica alla traduzione del Padre Nostro.

Qualche mese fa papa Francesco aveva fatto notare che la traduzione dal greco del ‘Padre Nostro‘ era sbagliata. Nella parte finale della preghiera, infatti, si recita “E non indurci in tentazione”, una frase che va contro il principio stesso del cristianesimo in cui ad indurre al male ed al peccato è solamente Satana, mentre il Padre Eterno è colui a cui bisogna affidarsi per resistere alla tentazione. In realtà la traduzione letterale dal greco antico aveva il significato di “Guidare” o meglio “Lasciare alla”, solo con il passare del tempo e con l’evoluzione del parlato italiano il termine indurre è divenuto sinonimo di costrizione.

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Il nuovo testo del Padre Nostro approvato dalla Cei

Avendo preso nota delle affermazioni del papa, la conferenza episcopale italiana ha cambiato la traduzione del Padre Nostro, modificando il pezzo riguardante la tentazione in “E non abbandonarci alla tentazione”, rendendo in questo modo più simile il significato alla versione originale. A conclusione dell’Assemblea dunque è stato notificata l’approvazione del cambiamento che adesso verrà valutato dalla Santa Sede: “Il testo della nuova edizione sarà ora sottoposto alla Santa Sede per i provvedimenti di competenza, ottenuti i quali andrà in vigore anche la nuova versione del Padre nostro”.

Con entrata in vigore si intende che una volta ricevuta l’approvazione del testo il nuovo Messale Romano dovrà essere adottato da tutti i sacerdoti. Con la nuova versione (la terza) verrà dato risalto al fine ultimo della liturgia, ovvero celebrare il signore ed avvicinare i fedeli al suo verbo: “Richiede un’arte celebrativa capace di far emergere il valore sacramentale della Parola di Dio, attingere e alimentare il senso della comunità, promuovendo anche la realtà dei ministeri. Tutta la vita, con i suoi linguaggi, è coinvolta nell’incontro con il Mistero: in modo particolare, si suggerisce di curare la qualità del canto e della musica per le liturgie”.

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Fabio Scapellato

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