Ostaggi nell’ufficio postale: Francesco Amato si è arreso

ostaggi ufficio postale
(screenshot video)

Ostaggi nell’ufficio postale di Pieve Modolena, provincia di Reggio Emilia: Francesco Amato, condannato per ‘Aemilia’ si è arreso.

Un incubo durato diverse ore, infine Francesco Amato si è arreso: gli ostaggi sono stati tutti liberati e stanno bene. Stamattina, un uomo ha preso alcune persone in ostaggio all’interno di un ufficio postale di Pieve Modolena. Si tratta di un piccolo centro situato in provincia di Reggio Emilia. L’autore del gesto sarebbe un pregiudicato, condannato appena pochi giorni fa nel maxi-processo denominato ‘Aemilia’.

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Un incubo durato ore, poi il lieto fine: arrestato Francesco Amato

Poco fa, l’incubo per i cinque dipendenti, tutte donne, dell’ufficio postale, si è concluso nel migliore dei modi, con l’irruzione dei Carabinieri. Il generale dell’Arma che ha portato avanti le trattative ha spiegato: “Trattative durate due ore. Temevamo il peggio”. In precedenza, era arrivata la testimonianza diretta di una delle persone sequestrate, che aveva spiegato come l’uomo dicesse di voler parlare col ministro Matteo Salvini.

“Siamo chiusi qua dentro e il signor Amato vuole parlare con il ministro Salvini”, erano state le parole della dipendente dell’ufficio postale. Inizialmente gli ostaggi erano cinque, poi Francesco Amato ha rilasciato una cassiera di 54 anni che si era sentita male. Il sequestratore è stato portato fuori dal locale tra gli applausi della gente. Il suo gesto sembra essere legato proprio alla condanna subita. Per le cinque dipendenti sequestrate, per fortuna, solo tanto spavento ma nessuna conseguenza. Francesco Amato era stato condannato a 19 anni in primo grado: secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bologna era “costantemente in contatto con gli altri associati (e della famiglia Grande Aracri) in particolare per la commissione su richiesta di delitto di danneggiamento o minaccia a fini estorsivi, commettendo una serie di reati”. Sembra che l’uomo fosse irreperibile dal momento della condanna.

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