Roberta Ragusa: il marito Antonio Logli continua a difendersi

Roberta Ragusa
Roberta Ragusa e Antonio Logli

Roberta Ragusa: il marito Antonio Logli continua a difendersi dalle accuse, sostenuto anche dal figlio Daniele, le novità sul caso della scomparsa.

Si continua a parlare del caso di Roberta Ragusa, la donna, scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 da casa sua a Gello di San Giuliano. Antonio Logli, il marito della donna, è stato condannato a 20 anni di reclusione per aver ucciso e fatto sparire il cadavere della moglie. L’uomo, il mese scorso, ha rotto un silenzio lungo oltre sei anni, in una lettera resa pubblica dal programma ‘La vita in diretta’. La sua tesi continua a essere quella dell’allontanamento volontario.

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Antonio Logli si difende dalle accuse: il figlio si schiera con lui

Intanto, una settimana fa, Daniele, figlio 23enne di Antonio Logli, per la prima volta ha parlato in televisione, a ‘Quarto Grado’, difendendo il genitore e sostenendone l’innocenza: “Mio padre mi ha chiamato la mattina prima della sveglia, dicendo che mia madre non si trovava. Non ho compreso la gravità della situazione, fra il sonno e l’incertezza, pensavo che magari fosse uscita prima. Infatti sono anche andato a scuola normalmente. Poi quando mi è venuta a prendere la madre di un mio amico, invece che tornare con il bus come al solito, ho capito che la situazione non era migliorata. A casa ho trovato i Carabinieri”, ha ricostruito il ragazzo, all’epoca appena maggiorenne.

Il ragazzo era anche tornato sull’episodio di una caduta dalle scale della soffitta del 10 gennaio che ha coinvolto i genitori e che secondo l’accusa è un tentato omicidio, mentre padre e figlio sostengono si sia trattato solo di un incidente. Oggi invece a Quarto Grado c’è proprio Antonio Logli, l’uomo che sostiene la sua innocenza con decisione. In trasmissione, viene mostrata una foto: è Roberta Ragusa e ha addosso un pigiama. Secondo la versione del marito, sarebbe lo stesso indumento indossato dalla donna al momento della scomparsa. Nel frattempo gli avvocati dell’uomo hanno preparato il ricorso in Cassazione: “Alle 6.45, quando è suonata la sveglia, mi sono accorto che mia moglie non era a letto con me. Dopo aver controllato in casa, ho notato che la porta d’ingresso non era chiusa a chiave come era stata lasciata la sera prima. Mia moglie si sarà allontanata in pigiama”, è la versione dell’uomo, mai mutata in sei lunghi anni.

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