Fabio Rovazzi tra sogni e paure: “Ho lunghi periodi di vuoto”

(Websource / archivio)

Paure, insicurezze, ansie da prestazione. C’è (anche) tutto questo dietro il brio e il talento musicale di Fabio Rovazzi, come racconta lui stesso in una confessione a cuore aperto.   

Anche lui ha la paura che “tutti gli artisti hanno”, cioè “perdere il talento, doverlo rubare chissà dove”. Fabio Rovazzi, protagonista alla Festa del Cinema di Roma, lo ha ammesso senza alcuna vergogna, ricordando i “lunghi periodi di depressione chiuso in casa, con tutti intorno a me preoccupati per una carriera lampo già finita per sempre”. Ma ha anche rivelato quello che è il suo sogno più grande: “Un’opera scritta e diretta da me regista e attore: ci sto già lavorando”.

Fabio Rovazzi, 25 anni il prossimo 18 gennaio (segno Capricorno, e forse non è un caso), ha costruito la sua carriera da autodidatta, iniziando nella camera di casa sua a Lambrate, Milano, con i video delle vacanze della famiglia girati con la telecamera del papà. Di lì a poco sono arrivate le clip per le discoteche (per le quali prendeva 70 euro l’una). E, passo dopo passo, si è affermato come youtuber, videomaker, attore, autore. Basti ricordare Andiamo a comandare, la prima canzone in Italia a conquistare il disco d’oro e poi di platino solo con lo streaming, e, tra le ultime,  Faccio quello che voglio, il cui videoclip musicale – un corto di 10 minuti uscito a luglio – vanta già 32 milioni di visualizzazioni.

Anche per questo alla Festa del Cinema di Roma la storia di Fabio Rovazzi è portata come un “caso”. Perché, come spiega lui stesso a Vanity Fair, ha imparato sulla sua pelle che la fatica “è un tempo in cui non è facile trovare idee originali, da effetto ‘wow’, ogni volta quel qualcosa in più. Ho lunghi periodi di vuoto e depressione, in cui mi chiudo in casa e gioco a Call of Duty e non rispondo al telefono, con addosso l’estremo dramma di chi ho intorno, che pensa alla mia carriera breve, ormai finita per sempre”. Poi, pero, arriva per fortuna l’ispirazione. “Succede che una notte, dal niente, mi metto a scrivere – spiega Rovazzi -. Per esempio proprio da questo non avere talento e doverlo rubare è partito l’incipit di quest’ultimo successo, e da quell’incipit tutto il resto: il pezzo, le partecipazioni, il video. Allora, divento velocissimo”. “Ma – aggiunge subito, a scanso di equivoci – ho grossi buchi, estesi periodi senza lampi di luce”.

Rovazzi sottolinea anche l’importanza del rapporto con gli amici, citando “Emma, Briatore, Al Bano, Eros Ramazzotti, Morandi, Nek”. “Non ho mai pagato nessuno per entrare in un mio progetto – chiarisce – . Tendo sempre a elevare i miei ospiti”. E anticipa quella che potrebbe essere la sua prossima “sorpresa”: “Un’opera scritta e diretta da me. Un po’ 007, un po’ di azione, un po’ thriller, un po’ comico. Vorrei mettermi come al solito al centro della situazione: io che non faccio niente, con tutte le cose che mi succedono intorno”. “Ci sto già lavorando. Speriamo venga bene”, conclude.

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