Pensioni quota 100: chi può usarla e chi no, ecco come funziona

Pensioni Quota 100Pensioni quota 100: chi può usarla e chi no, ecco come funziona. 

Si parla molto in questi giorni della famosa quota 100 in merito alla riforma delle pensioni fortemente voluta da Matteo Salvini nella manovra economica. Si tratta di un cambiamento netto rispetto alla precedente Legge Fornero che dovrebbe permettere di andare in pensioni in anticipo rispetto alla normale età della pensione di vecchiaia (67 anni) ovviamente rinunciando ad una parte dell’assegno che si potrebbe percepire se si andasse a naturale scadenza. Vediamo meglio come funziona e soprattutto chi può davvero usufruirne e chi no.

Quota 100, chi può usufruirne

Innanzitutto va chiarito che nel decreto si parla di una soglia minima di contributi di 38 anni per raggiungere il totale di 100 tra età e versamenti, soglia che deve essere sempre presente qualunque sia l’età. Per cui si potrà andare in pensione già a 62 anni con 38 anni di contributi, ma dovendo rimanere questa quota fissa se si andrà in pensione a 63, 64 o 65 anni la quota diverrà 101, 102, 103. Questa nuova norma secondo le prime stime dovrebbe favorire soprattutto i dipendenti pubblici. Infatti pare che circa 380mila lavoratori per quanto riguarda il 2019 potrebbero usufruire della pensione anticipata, e di questi quasi 150mila sono dipendenti pubblici. Ricordiamo inoltre che si tratta comunque di una scelta su base volontaria che, se non fatta, vi porterà ad andare normalmente in pensione a 67 anni di età.

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Pensioni quota 100, difetti e critiche

Secondo i sindacati si tratta di un’iniziativa che punisce i giovani lavoratori, quelli precari e quelli con lavori non continuativi. Il segretario nazionale della Cgil, Susanna Camusso, ha parlato così: “Troppi governi hanno giocato con i numeri dell’occupazione in questo Paese. Il mercato del lavoro è stato bloccato dall’improvviso innalzamento dell’età pensionabile. Quota 100 ha un difetto – ha aggiunto – non affronta il tema delle donne, dei giovani, il lavoro discontinuo e le zone di flessibilità del lavoro. Non interviene sui meccanismi di disparita’ introdotti dalla legge Fornero. Un sistema previdenziale giusto non e’ una risposta agli anziani, ma soprattutto ai giovani”.

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