Salvini, smontata la tesi dei pm sulla Diciotti: “Non ha commesso reati”

Matteo Salvini (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Salvini venne indagato a Palermo per sequestro aggravato di persona ma il tribunale dei ministri ha decretato: “Il ministro ha tutelato l’interesse nazionale”

Il caso della nave Diociotti e l’intervento del governo che divise l’opinione pubblica italiana ha avuto anche delle conseguenze dirette, in termini giudiziari, per il Ministro dell’Interno Matteo Salvini con l’inchiesta partita dal pm di Agrigento, Luigi Patronaggio. Nonostante le molte opposizioni ad un intervento tanto drastico alla questione, infatti, secondo i sondaggi la maggior parte degli italiani si è effettivamente schierata a favore del pugno duro nei confronti dei migranti della nave sbarcata illegalemente sulle coste dello stivale. Tale scelta ha portato, però, il leader della Lega ad essere indagato per i reati di sequestro aggravato di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale nei confronti dei passeggeri della nave. L’accusa di abuso d’uffio e di arresto illegale dei migranti è presto decaduta mentre gli atti riguardanti il sequestro aggravato di persona sono stati inviati a Catania, nelle cui acque la navigazione della Diciotti è stata intercettata dalle autorità.

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Smontata la tesi dei pm sulla Diciotti: “Salvini non ha commesso reati”

Il tribunale dei ministri di Palermo, presieduto da Giuseppe Sidoti, Fabio Pilato e Filippo Serio, ha consegnato alla Procura di Catania un’analisi che suddivide in due tempi l’intervento governativo e che scagliona il Ministro dell’Interno dall’accusa di sequestro aggravato di persona ai danni dei migranti della Diciotti. I fatti accaduti fra il 15 e il 20 agosto secondo i giudici sono: “Una attività di pressione diplomatica nei confronti di Malta, perché adempisse i doveri previsti dalle convenzioni internazionali che regolano il salvataggio e l’accoglienza dei flussi migratori. Poi la nave fece uno scalo nei pressi di Lampedusa, dove, con alcune motovedette, furono sbarcati 13 migranti ammalati. Gli altri 177, sempre in quella prima fase, non furono oggetto di alcun reato, men che meno il sequestro di persona, perché nei primi giorni si stava cercando una soluzione diplomatica per l’accoglienza, che poi non fu trovata”. Secondo i giudici palermitani, dunque, la scelta del ministro sarebbe da ricondurre semplicemente una soluzione diplomatica. Il periodo successivo, quello che abbraccia i giorni dal 20 al 25 agosto, i magistrati di Palermo riferiscono di non aver individuato motivazioni che potrebbero avvalorare la tesi dell’accusa: “La Guardia Costiera, cercando una soluzione per lo sbarco a Malta, fece l’interesse del Paese al rispetto delle convenzioni da parte dei partner europei”. L’ultima parola spetterà alla Procura di Catania ma il risultato dell’analisi dei giudici palermitani non lascia spazio a dubbi riguardo l’ipotesi di reato cui il ministro è accusato: “Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa, per il salvataggio dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriamente dalla Guardia costiera l’interesse nazionale”. 

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Matteo Salvini ha commentato il giudizio dei giudici palermitani ribadendo la propria posizione riguardo il caso Diciotti: “Quando la nave Diciotti è arrivata nei pressi di Lampedusa, lo scorso agosto, non sono stati commessi reati ma anzi sono stati meritoriamente difesi i confini. Non lo dico io, che per questa vicenda sono incredibilmente accusato di sequestro di persona, ma il tribunale dei ministri di Palermo: la partita giudiziaria non è ancora chiusa, però è un primo passo significativo. In ogni caso, giudici o non giudici, non arretro di un millimetro!”.

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Marta Colanera

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