Verona anti aborto, il PD chiede l’espulsione della sua capogruppo

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Verona anti aborto, il PD chiede l’espulsione della sua capogruppo. 

Sono pesanti le conseguenze della mozione votata in consiglio comunale a Verona contro l’aborto, passata anche grazie al voto della capogruppo del Partito Democratico che non si è voluta allineare con i dettami del suo partito e, come ha detto lei stessa, ha “votato secondo coscienza”.

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Il PD chiede l’espulsione immediata della Capogruppo

La mozione che trasforma Verona in città “a favore della vita” e che prevede una serie di iniziative come il sostegno alle associazioni impegnate su questo fronte e in particolare al progetto Culla Segreta (per far sapere alle madri che possono partorire anche in anonimato in ospedale e dare il loro bambino adozione) è stata votata dal capogruppo del Pd Carla Padovani. Subito sfiduciata dai suoi consiglieri comunali la Padovani si difende così: “Sono serena, mi sono comportata secondo coscienza. Sono cattolica e, quindi, mi pongo il tema della coerenza. Noi siamo per la vita. E siamo, con papa Francesco, intenti a costruire ponti, mentre in queste ore dimostriamo di voler erigere muri. La mozione forse conteneva passaggi stringati, ma non puntava a demolire la 194, bensì a promuovere la prevenzione. E credo che il valore della vita possa, anzi debba essere trasversale”. Molti i messaggi di sostegno alla Padovani interni al suo partito. Per esempio il senatore Edoardo Patriarca spiega: “Parlare di espulsione per la capogruppo del Pd di Verona Padovani mi sembra davvero contrario al dna dello stesso Pd. Ho sempre pensato che siamo un partito che nasce da culture e sensibilità diverse, dunque sulle questioni di coscienza possono esserci orientamenti diversi”.

“Padovani non è più la nostra capogruppo, l’abbiamo sfiduciata perché questa è una mozione oscurantista e sui corpi delle donne non accettiamo imposizione dagli integralisti”, è invece la spiegazione della consigliera comunale Elisa La Paglia che si è fatta portavoce del pensiero di quasi tutti i suoi colleghi democratici.

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