Pensioni, Quota 100: cos’è, come funziona, chi ne ha diritto

Quota 100
(Websource)

In tema di pensioni sentiamo parlare da mesi della fatidica quota 100, ma di cosa di tratta? Come funziona? e sopratutto chi ne ha diritto? Cercheremo di chiarirvi il tutto nelle seguenti righe.

Uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle durante la campagna elettorale e in questi primi mesi di governo è stato il superamento della legge Fornero con la “quota 100”. Si tratta di una riforma sulle pensioni che dovrebbe permettere agli italiani di andare a riposarsi qualche anno prima e di conseguenza a liberare anche dei posti di lavoro per i giovani che ne sono alla ricerca.

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Cos’è la quota 100

Quella che viene comunemente chiamata ‘quota 100‘ altro non è che la riforma alle pensioni che l’M5S ha ideato per superare la precedente riforma Fornero. Con l’attuazione di questa riforma, messa nella legge di bilancio 2019 ed il cui inizio è previsto proprio con l’arrivo dell’anno nuovo, i lavoratori italiani avranno la possibilità di andare in pensione anche con 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla riforma attualmente vigente: è infatti previsto che il tetto minimo di età pensionabile siano i 62 anni (il massimo sono i 64) contro i 67 previsti fino ad oggi.

Come funziona

Il funzionamento di questa quota 100 è abbastanza semplice: 100 infatti è il totale tra gli anni del lavoratore e gli anni di contributi lavorativi versati (ad esempio 62 anni e 38 di contributi versati). Grazie a questa introduzione si è stimato che saranno circa 500 mila i lavoratori che potranno andare anticipatamente in pensione già a partire dal prossimo anno. Il tutto senza che il pensionamento anticipato preveda una riduzione dell’assegno pensionistico come previsto dalla legge attualmente in vigore.

Chi ne ha diritto

A poter accedere ai benefici della quota 100 sono tutti quei lavoratori che hanno compiuto almeno 62 anni ed hanno già versato 38 anni di contributi. Esistono comunque delle eccezioni, i lavoratori che hanno versato già 41,5 anni di contributi potranno andare in pensione anche se non hanno raggiunto i 62 anni (età minima sono i 59 anni); inoltre il lavoratore dovrà andare in pensione una volta raggiunti i 64 anni anche se non ha versato i 38 anni di contributi previsti. Il governo ha dichiarato di voler rinnovare l’opzione Donna, una misura già applicata dal PD nel precedente governo che permette alle donne di andare in pensione a 57 anni con il ricalcolo dell’assegno pensionistico.

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