Dopo i casi segnalati in Est Europa e successivamente in Belgio, rimasto inascoltato l’allarme per la peste suina: situazione si aggrava.
Qualche settimana fa, la scoperta di due casi di cinghiali portatori della malattia nella zona di Etalle, nella parte sud del Belgio, ha fatto salire la paura degli allevatori per il ritorno della Peste Suina. Un colpo al cuore della Vecchia Europa, soprattutto per gli allevatori, mentre da parte di AgroNotizie si spiega che l’allarme era stato lanciato un anno fa, ma era rimasto inascoltato.
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Il ministro Centinaio fa il punto sull’allarme peste suina
Stando al portale specializzato, la peste suina africana – dopo l’allarme – è avanzata in diversi Paesi dell’Est Europa, come Bulgaria, Romania, Ucraina, Lituania, Repubblica Ceca, Moldavia, fino ai casi segnalati in Belgio. Al momento non si registrano casi in Italia, ma la preoccupazione c’è ed è molta. Solo di recente il Governo è intervenuto nel question time per fare un punto della situazione.
Ha spiegato il ministro Gian Marco Centinaio in Parlamento di aver innalzato “il livello di attenzione su questa emergenza”, sostenendo: “La diffusione della malattia è favorita dal contatto tra popolazioni domestiche e selvatiche o da trasmissioni indirette, dovute al cosiddetto “fattore umano”, che si realizzano mediante spostamenti di materiale infetto”. Stretta anche nei “controlli transfrontalieri di eventuali carni e prodotti a base di carne di suino e cinghiale non autorizzate (cioè fuori dai circuiti della filiera) e, per quanto possibile, al monitoraggio circa lo spostamento di gruppi di animali selvaticiattraverso le frontiere nazionali”. Il ministro Centinaio ha concluso che “eventuali ‘abbattimenti programmati’ potrebbero rappresentare, in effetti, un contenimento più efficace del cinghiale e un’ulteriore prevenzione contro la peste suina africana”.
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