Ryan Reynolds arriva a Taranto: rivolta, barricate e disagi

Ryan Reynolds
(screenshot video)

L’attore Ryan Reynolds arriva a Taranto per girare alcune scene di una nuova produzione Netflix: rivolta dei commercianti, barricate e disagi

Barricate si sono alzate oggi a Taranto vecchia, in via Cariati ad angolo con corso Garibaldi: protagonisti sono stati un gruppo di commercianti. Il motivo della protesta è il set della produzione di Six Underground, il blockbuster targato Netflix con Ryan Reynolds. Sono stati divelti diversi cassonetti per impedire il passaggio della produzione cinematografica. La vicesindaco Valentina Tilgher ha spiegato cosa è accaduto: “Avevano bloccato l’accesso chiedendo soldi alla produzione. Sono rimasta interdetta quando siamo stati avvisati”.

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Rivolta, barricate e disagi a Taranto contro la produzione Netflix

Mentre in città è caccia all’attore canadese, accolto come una vera star insieme a tutta la troupe, qualcuno non ha preso bene la decisione di bloccare alcune vie di Taranto per la produzione. La vicesindaco evidenzia: “Secondo questi cinque o sei commercianti a causa della chiusura al traffico veicolare avrebbero perso introiti, quando non è nemmeno così: ci sono altri commercianti tarantini che dicono il contrario. Siamo immediatamente intervenuti sul posto, insieme con i carabinieri, la polizia di stato e la nostra polizia municipale. Poco dopo la situazione si è risolta: il blocco è fortunatamente durato poco meno di un’ora e gli artefici sono stati invitati a disperdersi”.

Il problema, spiega l’amministrazione comunale tarantina, si è limitato al singolo episodio. Per Taranto è motivo di orgoglio la presenza di Ryan Reynolds e della troupe della produzione Netflix in città: “La linea del Comune è che non è possibile che cinque o sei persone alla ricerca di un interesse personale rovinino l’immagine della città, perché Taranto non è questa. Stiamo verificando le azioni da intraprendere. Ci saranno: non resteremo a guardare. Senza contare che alcuni esercizi commerciali questa mattina sono stati costretti alla chiusura per non essere associati ai rivoltosi”. La produzione del film si può consolare pensando a quanto accaduto qualche anno fa sempre a Taranto alla regista Lina Wertmuller: denunciò infatti che per girare le era stato chiesto un pizzo di 50mila euro.

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