Omicidio di Brescia, i giudici: “Manuela Bailo è stata uccisa con lucidità”

Manuela
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Dopo l’omicidio di Manuela Bailo, avvenuto a Brescia, i giudici hanno negato la preterintenzionalità decretando che l’arrestato deve rimanere in carcere.

Incarcerato dal 20 agosto scorso, il reo confesso Fabrizio Pasini aveva fatto richiesta di una riqualificazione del reato imputatogli. La richiesta avanzata al Tribunale del Riesame dall’avvocato Paolo Pettenadu che lo assiste, però, non ha dato affatto un esito positivo.

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Brescia, Manuela Bailo è stata uccisa con lucidità secondo i giudici: ecco come è andata

La richiesta di riqualificazione del reato avanzata dall’avvocato Paolo Pettenadu, difensore del reo confesso Fabrizio Pasini, non ha certamente avuto esito positivo. Manuela Bailo, infatti, secondo i giudici è stata uccisa volontariamente dall’accusato e vi sarebbero anche “gravi indizi di colpevolezza”. La tesi di preterintenzionalità proposta dal difensore di Pasini sarebbe dunque “infondata” secondo i giudici, i quali se valuteranno come certi tutti gli elementi portati alla luce dai Ris, potrebbero anche considerare addirittura l’aggravante della crudeltà. L’ex sindacalista Uil rimarrà in cella sino al processo e non gli saranno concessi i domiciliari come il suo difensore si sarebbe auspicato. Secondo il reo confesso la morte della donna sarebbe stata causata da un incidente dovuto ad una lita che si è svolta nella casa di Ospedaletto. Fabrizio Pasini, infatti, al momento della confessione ha raccontato che a causa di una lite lui e la vittima si sarebbero spinti vicendevolmente e che Manuela sia caduta morendo sul colpo. Dopo aver appurato che la donna era effettivamente morta, secondo la sua dichiarazione, Parisi avrebbe inscenato la fuga ed avrebbe inviato messaggi, a causa del panico. L’ex sindacalista sarebbe poi salito in auto con la vittima e l’avrebbe poi seppellita a cascina Bramano di Azzanello, nel Cremonese, in una vasca per liquami. La richiesta di modifica ed capo d’accusa è stata rigettata poichè il racconto dell’uomo è stato considerato inattendibile: “Prendo atto della decisione, ma Pasini continua a ripetere di non averla sgozzata”, ha dichiarato il suo difensore, Paolo Pettenadu. Molti sono gli elementi che hanno mosso i giudici a non concedere il cambio di rotta per l’indagine poichè, in primo luogo, la causa della morte della donna è stata fatta risalire ad un taglio netto alla carotide destra, come evidenziato nel referto autoptico presentato dal medico legale che si è occupato del caso. La versione di Parisi appare, inoltre, incongruente anche secondo le prove presentate dai Ris che non hanno trovato tracce ematiche sulle scale della casa di Ospedaletto ma bensì tra il garage ed il bagno della cantina. Il Pubblico Ministero assegnato al caso, Carlo Francesco Milanesi, la lite dovuta al tatuaggio che avrebbe fatto infuriare Manuela, secondo il racconto di Parisi, sarebbe una menzogna. L’amante di Manuela, sposato e con due figli, secondo il pm sarebbe stato in tenzionato a concludere la questione proprio per l’incessante desiderio di Manuela Bailo di regolarizzare la storia, dopo le tante promesse disattese dell’uomo. Le prove a carico dell’imputato al momento mostrano un quadro ben diverso da quello da lui stesso delineato secondo il quale Fabrizio Pasini avrebbe tramortito l’amante con un oggetto contundente per poi spezzare definitivamente la sua vita con un altro tagliente. L’uomo avrebbe, infine, tentato di depistare le prove e successivamente si sarebbe liberato del corpo privo di vita infilandolo in sacchi della spazzatura di cui si è poi sbarazzato.

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Marta Colanera

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