Masturbarsi in pubblico non è più reato, Salvini: “Un altro regalo del Pd”

Lega
(Getty Images)

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini contro chi si masturba in pubblico: “Torni di nuovo ad essere reato”

Atti osceni in luogo pubblico. Questa definizione è piuttosto vasta e abbraccia una serie di infrazioni che possono andare dall’amoreggiare davanti a tutti con la propria partner al mostrarsi nudi. Tra questi c’è anche l’atto di masturbarsi in pubblico, che oltre ad essere parecchio aberrante era un reato penale, fino al 2015 quando è stato depenalizzato. È la conseguenza pratica della depenalizzazione di alcuni reati introdotta dal dlgs n.8 del 2015, tra i quali rientrano appunto gli atti osceni in luogo pubblico. Una misura che trova in disaccordo Matteo Salvini.

Il Ministro dell’Interno ha diramato una nota in cui annuncia una lettera al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nella quale chiede che masturbarsi in pubblico torni ad essere un reato penale, dopo aver appreso della notizia di un uomo che rischiava una condanna penale per questo motivo e che invece dovrà pagare solo una multa. L’uomo incriminato per quest’atto era un 28enne albanese beccato nudo mentre si esibiva davanti ad una ragazzina. Qualche anno fa avrebbe pagato amaramente la sua bravata, ma adesso prenderà soltanto una multa. E così si è scatenata la furia di Salvini contro questa depenalizzazione.

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Masturbarsi in pubblico torni ad essere reato: l’appello di Salvini

Salvini

Matteo Salvini si è scagliato contro la depenalizzazione del reato di masturbazione in pubblico in un post social, dopo aver appreso che un uomo beccato in questi atti osceni non sarà condannato penalmente ma sarà soltanto costretto a pagare una multa. “Masturbarsi in pubblico non è più reato, come deciso dal governo di centrosinistra nel 2015. Risultato: un 28enne albanese che si era esibito davanti a una ragazzina non avrà conseguenze penali ma solo una multa – scrive Salvini – È un altro regalo del Pd agli italiani a cui cercheremo di rimediare”. Poi annuncia una lettera al Ministro della Giustizia Bonafede affinché venga ripristinato il reato: “Scriverò subito in questo senso al ministro della Giustizia: giù le mani dalle donne e dai bambini!”. Questa la conclusione del post del politico leghista contro questo provvedimento.

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