La peste suina è arrivata in Europa: allevatori italiani in allarme

peste suina
(foto pubblico dominio)

Allarme per la peste suina, che è arrivata in Europa con due casi in Belgio: gli allevatori italiani sono estremamente preoccupati.

La scoperta di due casi di cinghiali portatori della malattia nella zona di Etalle, nella parte sud del Belgio, ha fatto salire la paura degli allevatori per il ritorno della Peste Suina. L’Afsca, l’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare del Belgio, ha confermato i casi. L’Ue si sta muovendo e ha inviato una squadra di esperti per aiutare le autorità locali. Occorrerà assicurarsi che vengano applicate le misure previste contro la peste.

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Peste suina: situazione sotto controllo e preoccupazioni allevatori

Nei prossimi giorni, il commissario a Salute e Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis incontrerà i ministri della Vallonia e delle Fiandre. La situazione è sotto osservazione, ma nonostante il focolaio non sembra essersi diffuso, la Coldiretti ha chiesto lo “stop immediato alle importazioni” dal Belgio. L’Italia infatti importa dal Belgio suini vivi e carni fresche e lavorate per un valore di oltre 52 milioni. Questo allarme, secondo il vicepresidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, “conferma ancora una volta la necessità di introdurre subito l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti i salumi e i prodotti trasformati, che abbiamo più volte chiesto alle istituzioni, in una situazione che vede oggi due prosciutti su tre venduti in Italia provenienti dall’estero”.

Secondo Prandini, occorre anche “togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano prodotti per consentire interventi rapidi e mirati”. Anche Confagricoltura ha chiesto “interventi drastici e immediati”. Ha insistito: “Bisogna intervenire subito, come hanno già fatto Francia e Lussemburgo anche con misure drastiche, per tutelare gli allevamenti italiani, in particolare per quanto riguarda il contenimento della fauna selvatica, responsabile dell’infezione in Belgio, coinvolgendo pure le associazioni venatorie. Ne va del futuro di un comparto vitale per l’economia agricola del nostro Paese”.

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