Amanita falloide, famiglia avvelenata alle porte di Roma: due morti

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I funghi velenosi fanno due vittime in una famiglia

Un nucleo familiare di 6 persone è rimasto intossicato dopo una cena con dei funghi velenosi. Ci sono due morti, in gravi condizioni le altre persone.

Una tragedia tanto assurda quanto incredibile è avvenuta nel comune laziale di Rocca di Papa, in provincia di Frosinone. Una intera famiglia è rimasta infatti intossicata dopo una cena a base di funghi. E purtroppo ci sono state due vittime. Si tratta di due coniugi di 78 e 75 anni rispettivamente. In totale invece sono state 6 le persone interessate. Tutti loro sono stati ricoverati in codice rosso. L’uomo che è morto si trovava all’ospedale ‘Grassi’ di Ostia, la consorte invece era stata portata al Policlinico Gemelli di Roma.

Le altre persone, tutte donne, versano ancora in gravi condizioni. Tra queste figurano una donna di 46 anni e la figlia di 16. Quest’ultima versa in prognosi riservata al Bambin Gesù. La tipologia di funghi velenosi sotto accusa è quella chiamata Amanita falloide (o anche Tignosa verdognola). Sarebbe stato l’uomo poi morto a raccogliere i funghi, in un bosco che sorge tra Rocca di Papa e la vicina Frascati. Li aveva scambiati con tutta probabilità per degli ovuli, non pensando che invece potessero essere estremamente velenosi.

Funghi velenosi, vietato improvvisare: le regole da seguire

Statisticamente l’Amanita Falloide è proprio il tipo di funghi che causa più decessi. I sintomi del malessere di solito compaiono dopo 6 ore dall’ingestione e costituiscono essenzialmente in diarrea e vomito, fino anche all’insorgere di casi di epatite. Si consiglia, secondo un decalogo pubblicato proprio dal Bambin Gesù di Roma, di raccogliere funghi solamente se si dispone dell’apposito tesserino autorizzativo. Poi gli stessi vanno sottoposti a controllo di commestibilità da parte degli specialisti preposti dalle ASL. Vanno evitate buste di plastica per la loro raccolta e senza coperchio, e bisogna evitare luoghi potenzialmente soggetti a contaminazione ed inquinamento. Evitate poi di darli a bambini in età prescolare ed a donne incinta.

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